L'affresco nascosto nel Rubens a Chiesa Nuova (e come poterlo vedere)

Roma è ancora più bella d’estate. Liberata dai suoi abitanti che numerosi la percorrono a piedi o in auto in un coacervo di rumori e luci, la città riacquista la sua individualità e torna a essere visibile in tutta la sua bellezza. Ancora in questo scorcio estivo, nonostante il rientro progressivo dai luoghi di vacanza e una ripresa graduale delle attività, si può goderne la visione approfittando di una diminuzione sensibile delle temperature e dedicare del tempo anche per andare alla scoperta di uno dei tanti e straordinari segreti che la capitale millenaria custodisce. Un segreto che qui si vuole partecipare è a conoscenza solo di un ristretto numero di persone, soprattutto di fedeli che frequentano la chiesa di Santa Maria in Vallicella detta poi Chiesa Nuova a seguito di un rifacimento del XVI secolo.

 
 

La chiesa, il cui impianto originale risale al XIII secolo, si trova nella piazza omonima del rione Parione e conserva opere di grande pregio di artisti come Pietro da Cortona, il Cavalier d'Arpino, Carlo Maratta, Federico Barocci e il giovane ma già molto noto Pieter Paul Rubens. Due suoi dipinti, realizzati su lastre di ardesia, si trovano sulle pareti laterali del presbiterio mentre un terzo, realizzato tra il 1606 e il 1608 e anch’esso su una lastra di ardesia, è collocato sull’altare maggiore e ne costituisce la pala. La particolarità di questo dipinto è che Rubens vi ha incastonato su una lastra di rame un’immagine della Madonna con il bambino benediciente che appare circondata da angeli e cherubini disposti in cerchi concentrici.

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È in occasione dello svolgimento di funzioni religiose che il segreto viene svelato agli astanti: la Madonna di Rubens scivola verso il basso attraverso un meccanismo di pulegge e corde, oggi azionabile con un telecomando, mettendo in luce un affresco trecentesco sottostante che raffigura l’immagine miracolosa della Madonna Vallicelliana a cui la chiesa è dedicata.

L’antico affresco si trovava all’esterno di una “stufa”, o bagno pubblico, e si tramanda che nel 1535 l’immagine, colpita con un sasso, avesse sanguinato e fosse per questo diventata oggetto di culto; l’affresco era stato quindi staccato e conservato nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella per poi essere in seguito ricollocato prima nella cappella destra, poi nella cappella sinistra e infine sull’altare maggiore.

Lo svelamento dell’immagine miracolosa avviene abitualmente a conclusione della messa serale e in concomitanza con alcune festività religiose ma al momento, per via di lavori di manutenzione che interessano il fabbricato della chiesa, ciò avviene una sola volta il sabato sera lasciando però la possibilità di contemplarla fino alla messa serale della domenica seguente.

ArteFranco Rumi*Comment