Il Panettone di Ostia, un Pantheon sul mare: la storia dello stabilimento più elegante di Roma

 

Esattamente cento anni fa iniziavano i lavori di costruzione di uno stabilimento balneare a Ostia, la frazione litorale di Roma, che per due decenni fu il più grande d’ Italia. Il progetto dello stabilimento denominato “Roma”, ma popolarmente anche “Panettone” per la configurazione dell’impianto a mare, fu commissionato dalla SEFI, la Società Elettro Ferroviaria Italiana già impegnata nella realizzazione della ferrovia Roma-Lido, all'architetto romano Giovanni Battista Milani.

I lavori si conclusero nel 1924 con l'inaugurazione il 10 agosto dello stesso anno in concomitanza con l’entrata in funzione del collegamento della ferrovia tra le stazioni di Roma Porta San Paolo e Marina di Ostia.

Fin dall’entrata in esercizio l’insolita e stupefacente struttura riscosse l’interesse della popolazione locale e soprattutto della ricca borghesia romana e la sua frequentazione divenne la preferita per numerosissimi amanti del mare.

La sua vita fu però breve perché dopo l’'armistizio del 3 settembre 1943, con il quale l'Italia firmò la resa incondizionata agli Alleati, la Germania nazista, temendo un eventuale sbarco americano sul litorale tirrenico, decise di distruggere alcune strutture strategiche poste nell'area tra cui lo stabilimento.

Il Roma fu minato e fatto esplodere nella notte tra il 12 e il 13 dicembre 1943.

Rimaste in piedi solo parte della passerella che consentiva l’accesso alla rotonda costruita in acqua, un pinnacolo portabandiera e una delle colonne decorate sulla sommità con la dea Vittoria alata, le macerie, dopo una difficile e lunga bonifica del litorale dalle mine antiuomo sepolte dai tedeschi, furono rimosse negli anni '50 lasciando sul posto solo la palificazione su cui poggiava la struttura a mare.

Posizionato in quello che è oggi e il Lungomare Paolo Toscanelli, in asse con la neobarocca chiesa Regina Pacis allora in costruzione sull’unica collinetta del Lido, lo stabilimento era costituito da due fabbricati separati: la rotonda su cui poggiava il “Panettone” e un edificio che fungeva da ingresso.

Un pontile largo 6 m e lungo 64 in cemento armato consentiva il collegamento pedonale tra i due corpi.

La rotonda era posta a 64 m dalla costa e poggiava su pali conficcati nel fondale sabbioso legati a loro volta da travi trasversali per resistere alle eventuali mareggiate.

Fu costruita in muratura cementizia con armatura di ferro, mentre la cupola, ispirata dalla basilica bizantina di Santa Sofia a Costantinopoli, fu realizzata in rame e sorretta da contrafforti esterni che terminavano con statue marmoree raffiguranti la dea Vittoria alata, copie di un esemplare trovato nel 1907 presso gli scavi di Ostia Antica.

Il salone interno, situato al primo piano e di forma circolare con un diametro di 24 m e un'altezza di 13, ospitava un ristorante e piccole sale adiacenti destinate alle cucine, alle dispense e ad alcuni uffici.

La sala del ristorante era delimitata da arcate a tutto sesto decorate con paraste corinzie al di là delle quali si alternavano grandi porte finestre e, grazie ad un allargamento della circonferenza esterna realizzato nel 1928, poteva soddisfare fino a 250 tavoli coperti.

Al secondo piano, sempre di forma circolare ma con un diametro inferiore di 11,50 m, si trovava invece un salone destinato a convegni, riunioni e a sala per feste e da ballo.

La cupola di aspetto bizantino era rivestita all’interno a cassettoni di legno a somiglianza di quella del Pantheon di Roma.

Lo stile eclettico della costruzione riprendeva quello di strutture ottocentesche e novecentesche quali il padiglione del Casinò al largo della Jetée-promenade di Nizza e il molo di Scheveningen in Olanda.

Le architetture, le statue e gli affreschi interni risentivano invece l’influenza dell’arte romana dell’età imperiale.

L’edificio monumentale sulla terraferma, alto 13 m e lungo circa 60, aveva tratto invece ispirazione dal Frigidarium delle terme di Caracalla e fronte mare era coronato da quattro grandi colonne doriche scanalate che ospitavano delle vittorie alate di bronzo.

Tre grandi arcate conducevano a un salone interno e lateralmente all’edificio due padiglioni esterni ospitavano la biglietteria, un bar, una sala di lettura e un ufficio postale.

In posizione retrostante all’ingresso altri due ambienti, delimitati da due aste portabandiera, contenevano un cinema e un teatrino di marionette.

Nel complesso il Roma occupava 1.000 mq di spiaggia e perpendicolarmente all'asse del pontile si sviluppavano lungo la spiaggia 400 camerini di legno e altri 100 di lusso, nonché a riva 150 ombrelloni coperti al termine dei quali partivano due lunghi pontili di legno che correvano paralleli a quello centrale.

Una cartolina a colori dell’epoca che pubblicizzava lo stabilimento rende bene l’impatto suggestivo che esercitava il Roma e ancora oggi soffermandosi su questa immagine se ne subisce ancora il fascino e si può avvertire il clima quasi magico che l’avvolgeva.