Maria Maddalena: La storia di una donna rivoluzionaria

Regista: Garth Davis

Anno: 2018

Durata: 120m

Genere: Drammatico, Storico, Religioso

Maria Maddalena, altrimenti conosciuta come Maria di Magdala, fu associata per secoli alla figura della prostituta redenta a Cristo, ma fu un’errata interpretazione dei testi sacri, in cui non si fa mai esplicitamente il nome di Maria Maddalena, come ad esempio l’anonima cortigiana che cosparse di olio profumato e lavò i piedi di Gesù (versi 36-50, capitolo 7 secondo Luca). Recentemente, il 3 giugno 2016, per volere di papa Francesco, la Congregazione del Culto ha elevato il giorno della memoria di Maria Maddalena (il 22 luglio) al grado di festa liturgica, così come già avviene per tutti gli altri apostoli, accantonando definitivamente le precedenti associazioni screditanti. Un atto che si attendeva da tempo per colei che era considerata da Tommaso d’Aquino “l’apostola degli apostoli”, nota per la sua umiltà e tenacia e per esser stata una dei pochi fedeli a rimanere al fianco di Gesù fino all’ultimo, non fuggendo di fronte al pericolo, come invece accadde ai discepoli, divenendo inoltre la prima testimone del Risorto il giorno di Pasqua, prima messaggera che annunciò agli apostoli la risurrezione del Signore.

Papa Francesco mette in risalto la speciale missione di questa donna, che è esempio e modello per ogni donna nella Chiesa.” (arcivescovo Arthur Roche, 2016)

Da queste premesse si sviluppa la sceneggiatura di “Maria Maddalena”, stilata a quattro mani da Helen Edmundson e Philippa Goslett.

La pellicola narra la storia di Maddalena rispettando i nuovi canoni ecclesiastici, che filmicamente non sono mai stati rappresentati. La storia di una donna rivoluzionaria che si oppone alle convenzioni gerarchiche della famiglia patriarcale di quel periodo, in cui la donna non è padrona del proprio destino ma è proprietà dell’uomo, prima del padre e poi del marito. Quando Maria (Rooney Mara) prende la decisione di non maritarsi con il promesso sposo, il fratello maggiore (Denis Ménochet) e la famiglia, pensando che essa sia posseduta da uno spirito malvagio, chiedono aiuto a un guaritore (Joaquin Phoenix) le cui prodigiose gesta stanno risonando per tutta la Galilea. Ma nessun demonio avvelena l’animo della donna, il cui unico desiderio è trovare la strada per conoscere se stessa.

Come elemento simbolico di transizione della trasformazione spirituale di Maria, risulta interessante l’uso dell’acqua, sia nella sua negatività, quando viene utilizzata dalla famiglia per purificarla dal demonio annegandola fino a quasi toglierle la vita, sia nella sua eccezione positiva, quando ne viene delicatamente immersa battezzata da Gesù nella sua vera e propria rinascita.

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La regia di Garth Davis prende coraggiosamente le distanze dalle rappresentazioni cinematografiche che conosciamo, in cui il protagonista assoluto è il figlio di Dio. E come dimostrato nella sua opera prima “Lion” si rivela ampiamente capace nello scavare profondamente nei sentimenti e nelle sfaccettature dell’essere umano. Dove come protagonista del “viaggio” emozionale questa volta è una donna, solitamente considerata personaggio marginale ma che in verità ebbe un ruolo fondamentale, cambiando la sua vita e, in questo caso, la storia. Storia che risalta un messaggio di libertà e femminismo, di cui l’epoca moderna della parità dei sessi non sembrerebbe aver bisogno, ma che nella realtà degli orribili abusi di cui costantemente veniamo a conoscenza nella vita di tutti i giorni, non fa mai male.

La bellissima Rooney Mara dona intense sfumature agli stati d’animo del suo personaggio, nel tormento e nella realizzazione.

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Joaquin Phoenix più che interpretare il Messia vive in un costante stato di transizione con il suo ruolo, dove non si riesce a distinguere di chi sia la sofferenza, se del personaggio o dell’attore. Il suo Gesù è ombroso ma allo stesso tempo così solare nei suoi ideali da risultare trascinante e carismatico con semplici sguardi e poche parole. Non vi è alcuna necessità di pomposi dialoghi di retorica o fanatismo religioso. Cristo vive i dissidi di un popolo che, consapevole o meno, abbisogna della sua guida.

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Particolarmente interessante è l’interpretazione di Tahar Rahim, la cui versione di Giuda è affascinante e totalmente da scoprire, divenendo uno dei personaggi secondari più coinvolgenti; mentre gli altri apostoli non godono di altrettanto spessore, risultando figurine sbiadite di una pagina che non si vede mai, rovinando la performance attoriale complessiva.

Tra gli aspetti più riusciti del film la scenografia e le scelte di tonalità della fotografia di Greig Fraser, che sono ineccepibili, risaltandone alcuni paesaggi mozzafiato. La scelta di non trasporre alcuni dei passaggi principali come l’ascesa al monte Calvario o l’ultima cena, solo appena accennata, escludendo totalmente il monologo attinente.

Il film fa riflettere su quanto sia fondamentale il punto di vista di un personaggio nella narrazione. La trama più conosciuta al mondo vista dagli occhi di Maria di Magdala prende spunti diversi, risultando quanto mai originale e avvincente. 

Gradimento Autore: 6.6/10 (Interpretazione: 7/10; Regia: 7/10; Sceneggiatura: 6/10)

Gradimento Amletico*: 6.2/10

Attori principali: Rooney Mara (Maria Maddalena), Joaquin Phoenix (Gesù), Tahar Rahim (Giuda), Chiwetel Ejiofor (Pietro), Ryan Corr (Giuseppe), Ariane Labed (Rachele), Charles Babalola (Andrea), Denis Ménochet (Daniele), Hadas Yaron (Sara), Tawfeek Barhom (Giacomo), Zohar Shtrauss (Giovanni), Michael Moshonov (Matteo)

Paese: Gran Bretagna, USA, Australia

Distribuzione: Universal Pictures

*Media tra gradimento del pubblico, critica e autore

IMDb: 5.9/10

Mymovies: 3.15/5