Aspettare fino a non esistere: Elena Arvigo racconta la vita di Marguerite Duras

 

Occhi bassi, sfuggenti, nascosti. Non guarda mai in volto il pubblico Elena Arvigo, quasi a voler scappare via da un pensiero costante che la tormenta ormai da troppo tempo. Si riavvia i capelli, si tocca la bocca, si aggiusta il bavero della giacca con gesti veloci, improvvisi e a volte interrotti. L’attesa di notizie di suo marito, scomparso durante l’occupazione tedesca, la logora. Prigioniero o libero? Sopravvissuto o ucciso?

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“Il dolore è tra le cose più importanti della mia vita”, scrive Marguerite Duras nel libro autobiografico La douleur, uno dei testi cui si ispira lo spettacolo portato in scena al Teatro Argot. Pubblicato dopo 40 anni, il libro racconta gli ultimi giorni di guerra nell’aprile del 1945, quando la scrittrice francese cerca disperatamente notizie del marito Robert Antelme, rapito dai nazisti.

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La spasmodica ricerca della scrittrice invade i suoi pensieri e riempie d’inchiostro le pagine dei suoi diari; quella dell’attrice, invece, tortura il suo corpo e occupa gli spazi del teatro a sua disposizione. Perché l’interpretazione di Elena Arvigo è soprattutto fisica e materica. Schegge di piatti finiscono a ridosso della platea e foto dei deportati vengono mostrate al pubblico. Si cerca di trasmettere la disperazione attraverso l’esperienza, come a voler ristabilire quel contatto perduto da tempo e riempire così il vuoto lasciato alla Duras dal marito.

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L’assenza, però, porta con sé il rischio di diventare una presenza. Di trasformarsi in qualcosa di diverso rispetto allo stesso oggetto della mancanza. Perché il dolore si radica nella speranza e può allora rendere irriconoscibile anche la stessa persona che si aspetta.

Chi non tradisce le aspettative è Elena Arvigo. Immersa nel ruolo fino all’orlo, l’attrice genovese crea e distrugge la scena con divina poesia. Una diva. Chi scrive non deve nulla a lei. Ma in realtà tutti le dobbiamo qualcosa, per la passione con cui svolge il suo lavoro e le immagini ed emozioni che regala ogni volta che si assiste a uno dei suoi spettacoli.