Canzoni essenziali della Musica Popolare Brasiliana

Le radici che costituiscono i legami dell'identità italo-brasiliana sono profonde e antiche.

Nella musica, le canzoni italiane hanno segnato un'intera generazione innamorata delle telenovelas. Porta di entrata per la musica italiana in Brasile, le colonne sonore delle novelas emozionavano con Sergio Endrigo e Mina e facevano ballare con Rita Pavone. Dopo, l'affaire continua con l'arrivo di Eros Ramazzotti, Laura Pausini e Tiziano Ferro.  

In Italia, invece, non c'era una finestra diretta per la musica brasiliana, che prima di arrivare nella penisola doveva per forza essere riconosciuta a livello internazionale. Eccezione alla regola il Festival di Sanremo, 1968, quando Roberto Carlos vinse con Canzone per Te dell'amico Endrigo. Dieci anni più tardi, era l'Italia a lodare la Bossa Nova a Milano, nell'antologico concerto di Tom Jobim, Vinicius de Moraes, Toquinho e Miúcha.

Jobim, Miúcha, Vinicius e Toquinho nel 1978

Jobim, Miúcha, Vinicius e Toquinho nel 1978

Da lì in poi la saudade pervase l'Italia e d'allora non l'ha più lasciata. Ecco la nostra lista di canzoni essenziali della Musica Popolare Brasiliana commentata traccia per traccia da Max De Tomassi, esperto di MPB e cultura brasiliana, conduttore di “Stereonotte: Suoni dal Mondo” su Radio1 Rai.

 

De Manhã – Maria Bethania

“I primi passi artistici di Bethania che canta un brano di Caetano Veloso, suo fratello, che diventerà il suo punto di riferimento autorale. Giovanissima e ancora lontana da essere la immensa interprete che adesso è. Ma la stoffa, la personalità, la grinta, già c’erano”.

As Rosas Não Falam – Cartola 

“Uno storico brano di Cartola, considerato da molti critici e illustri colleghi, il più grande sambista che il Brasile abbia mai avuto. In una espressione così popolare e da certi punti di vista così “semplice” come il samba, Cartola ha realizzato una raccolta poetica di sublime spessore, come questa canzone, in cui basta la frase “…le rose non parlano. Esalano semplicemente il tuo profumo…”, a raccontare l’infinito e la purezza del suo genio creativo”.

É Doce Morrer no Mar – Dorival Caymmi

“Dorival Caymmi sta alla musica di Bahia, come Jorge Amado sta alla letteratura di quella che è la città più afro-discendente del Brasile. La sua “terra ferma” poetica e sonora era nel mare, e nei racconti di antichi pescatori, sempre in pericolo, sempre attesi dalle loro donne sulle spiagge del litorale baiano, con i piedi bagnati dalle onde salate di Itapoa. Le canzoni “praieras” (scritti per la gente di mare) raccontano questo mondo fatto di jangadas, piccole imbarcazioni, di reti alla ricerca di prede, di mani forti e di rughe grinzose scolpite dal sole. Perché se il mare ti porta via con sé, la morte è dolce, come le lacrime di chi ti aspetterà per sempre, sulla battigia”.

Águas de Março – Tom Jobim e Elis Regina

“Il manifesto della esuberanza naturalistica di un Brasile fuori dagli stereotipi e dalla tradizionale seduzione del samba. La pioggia di una notte insonne, protetti da una casa in una rigogliosa foresta tropicale, notte in cui a Jobim vennero in mente melodia e testo di quello che è uno dei più bei brani di musica popolare al mondo. La versione più importante di questo meraviglioso brano, divenne quella in cui questo immenso genio della musica brasiliana, Antonio Carlos Jobim, negli anni ’70, si incontra con la più originale interprete del momento, Elis Regina, che con il tempo diventerà per il pubblico e la critica internazionale, una delle più grandi in assoluto nel panorama musicale mondiale”.

Bem que se quis – Marisa Monte

“Il sincero omaggio di una allora giovane interprete brasiliana, vissuta in Italia da studentessa negli anni della consacrazione di Pino Daniele al nostro grande pubblico. Una versione impeccabile di Nelson Motta, scrittore, produttore musicale e giornalista molto famoso in Brasile, anche lui, come Marisa, innamorato del nostro paese. Una magia musicale che trasformò questa giovane cantante in una star, ancora oggi idolatrata da tutto il pubblico brasiliano e da gran parte del pubblico mondiale”.

Eu Vivo a Sorrir – Adriana Calcanhotto

“Una ventata di fresca creatività arrivata dal sud, da Porto Alegre, città di Mario Quintana e di Paulo Roberto Falcão… Convivono in lei, nella sua poetica, erudito e popolare, come calcio e poesia. Autrice di livello altissimo, ha scritto per voci di grande importanza nel patrimonio musicale brasiliano, come Maria Bethania e Marisa Monte. Ascoltarla è un piacere. La sua voce minimalista e bossanoviana, tanta bellezza e forza artistica”.

Que Beleza – Tim Maia

“Tim è il re della black e del soul brasiliano. Una voce portentosa ed una vita senza regole. Proprio chi non rispetta dogmi e uno stile di vita formale e borghese, apprezza le cose semplici della vita, quello che ci offre la natura, come recita questa canzone: “…Che bellezza è sentire la natura, avere la certezza dove sta andando e da dove viene. Che bellezza è darti purezza, e distinguere, senza paura, il bene e il male…”.”

Esotérico – Caetano Veloso e Gilberto Gil

“Uno dei brani più ispirati di Gilberto Gil, interpretato con il suo “fratello” artistico: Caetano Veloso. Brano che tratta il mistero nell’universo sentimentale, dove tutto è possibile e nulla è spiegato dalla logica. “…non serve a nulla abbandonarmi…se io sono qualcosa di incomprensibile, il mio Dio lo è molto di più…”.”

Canto de Ossanha – Baden Powell e Vinícius de Moraes

“Una importante presa di coscienza di due grandi autori della musica brasiliana che, negli anni ’60, si resero conto di quanto era necessario, in quel momento storico, riconoscere all’Africa la sua forza culturale e ritmica nella musica del Brasile. Baden Powell e Vinicius de Moraes composero quindi gli “Afrosambas”. In “Canto de Ossanha”, contenuto in questo album, tutto il misticismo dell’Africa, del sincretismo e la scelta di determinare il valore di un uomo, non dalle parole ma dalle sue buone azioni”.

Chega de Saudade – João Gilberto

Spartiacque nella evoluzione della musica brasiliana. C’è un prima e dopo “Chega de Saudade”: basta con la nostalgia, visto che era arrivato il momento di tagliare con il passato e di proporre un linguaggio musicale più semplice, a tratti minimalista. Con la versione di João Gilberto di questo brano, scritto da Vinicius de Moraes e da Tom Jobim, inizia ufficialmente l’era della bossanova, la più grande rivoluzione musicale dell’era moderna. Centinaia e centinaia di canzoni composte dopo questo brano, nel 1958, ci riportano sempre a questo testo e alla bellezza di questo canto, così semplice e così universale”.

Construção – Chico Buarque 

“Quella di Chico è una poesia al servizio dell’individuo comune, afflitto dai suoi problemi, felice delle sue vittorie, umano. La storia tragica di un operaio che muore durante le ore di servizio. Una morte così assurda e anonima che non ha nemmeno il tempo di essere celebrata, finendo per complicare la vita ai distratti abitanti della città e agli automobilisti di passaggio, disturbati da quel corpo inerme che “atrapalha o transito” (da fastidio alla circolazione)… La grandezza di Chico, il più grande poeta vivente brasiliano, è proprio nel riuscire ad immedesimarsi perfettamente nell’uomo comune, nell’operaio, nella donna innamorata e nella comunità bisognosa di giustizia sociale”.

Travessia – Milton Nascimento

“Elis Regina disse che se Dio avesse cantato, lo avrebbe fatto con la voce di Milton Nascimento. Ascoltiamo la voce di Dio nel canto di questo straordinario interprete di Minas Gerais, una regione del Brasile con una forte identità africana. E’ quella di Milton la principale voce del Clube da Esquina, il movimento musicale nato a Belo Horizonte negli anni 70 che univa le influenze africane con la musica dei Beatles. Travessia è un inno al cammino dell’uomo verso qualsiasi destino che porti ad un miglioramento, ad una crescita”.