Uniti per Villa Flora: approfondimenti storici

Sabato 26 novembre si è svolto l’evento “Uniti per Villa Flora” promosso dal Municipio XII e Zetema al fine di sensibilizzare autorità politiche e i cittadini sulla necessità di intervenire con progetti di restauro nei confronti del complesso architettonico di Villa Flora. All’evento hanno partecipato le associazioni culturali locali (Comitato CreAzione, Laboratorio Young Jazz della Scuola Popolare Musicale Donna Olimpia, AC DSound, Scuola MeA, ARte2o Music Academy, AC Euterpe e AMeC Sette Note Romane) e gli attori Susy Laude e Dino Abbrescia. Il programma aveva previsto anche un dibattito condotto dal giornalista Giampiero Marrazzo e con la partecipazione degli assessori Sabrina Alfonsi e Maurizio Velaccia; la consigliera Flavia Balestrieri e il Presidente Elio Tomassetti. La storica dell’arte e autrice Giada Carboni ha introdotto la giornata espletando gli approfondimenti storici sulla storia di Villa Flora, conseguiti dalle sue ricerche e pubblicati nel libro “Monteverde fra testimonianze dirette e fonti d’archivio” (PAV Edizioni, 2023), che rivelano una storia inedita di Villa Flora.

Sulla Via Portuense al civico 610 si situa un parco occupato da casali in stato d’abbandono, ma con una valore storico inestimabile. Il complesso risale almeno alla seconda decade dell’Ottocento e fu chiamato “Vigna di Santo Spirito “ poiché l’Ospedale di Santo Spirito lo ebbe in enfiteusi perpetua dal Capitolo di San Giuliano dei Fiamminghi. Dopo il 1893, il fondo fu chiamato “Villa Signorini” per la proprietà passata all’imprenditore Italo Signorini (ante 1890-1933 circa), già “padrone” dell’Hotel Flora di Via Veneto. L’albergo, in effetti, prende il nome dall’antico “Circo Flora” scoperto nei sotterranei del vicino Palazzo Barberini. Si deduce, dunque, che il nome attuale del complesso portuense può risalire a questo periodo e che sia motivato da questa circostanza.

Negli Anni Venti l’imprenditore, in virtù della salda amicizia, vi ospitò il poeta Filippo Tommaso Marinetti, promotore del futurismo. Successivamente alla morte del Signorini, invece, e fino al 1945, la villa (e il parco) fu la residenza del Conte Guido Fiumi di Serpeneto, d’origine assisana e venuto a Roma per ricoprire il ruolo di segretario di sezione nel Ministero delle colonie.

Negli Anni Sessanta, infine, fu la sede generalizia della Congregazione dei Serviti, acquisita negli Anni Settanta dalla Regione Lazio e concessa al Comune di Roma per essere destinata a parco pubblico.

Il complesso architettonico che si configura di più casali sono a tutt’oggi in un evidente stato di abbandono e richiedono un urgente intervento di restauro.

LuoghiGiada Carboni*Comment