Psalm: la preghiera col sassofono di John Coltrane

 
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La genesi di A Love Supreme non coincide e non nasce esattamente con la data di registrazione o di pubblicazione dell’album. John Coltrane intorno al 1957 ha un risveglio spirituale, quando per grazia di Dio si accorge di dover vivere un’esistenza più piena e più ricca. Questo è l’anno in cui Miles Davis lo mette alla porta estromettendolo dal suo gruppo per problemi di incompatibilità e, soprattutto, droga. L’eroina è il grande demone che segue il sassofonista come un’ombra scurissima e gli costa clamorose uscite da band altrettanto clamorose, vedi il caso Dizzy Gillespie o lo stesso Davis.

 
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Giunti al 1964 Coltrane durante una delle consuete meditazioni yoga ode in uno stato d’incoscienza una musica nuova e sconosciuta risuonare nella sua testa. Destatosi dal torpore e tornato vigile interpreta l’accaduto come un chiaro segno divino, un messaggio di Dio all’artista redento. A Love Supreme sarà così registrato lo stesso anno e pubblicato nel 1965, divenendo rapidamente il capolavoro di Coltrane, uno dei primi esempi di concept album della musica moderna in chiave free jazz.

Il disco è una suite in quattro parti, quattro precisi movimenti spirituali dedicati a Dio, rappresentanti il cammino dell’artista verso il raggiungimento della purezza. Si inizia con la presa di coscienza di Acknowledgement, con il gong in apertura indicante il cambiamento e l’avvio di un percorso in un luogo impalpabile. Il riff di basso e la fanfara di sax illuminano l’ascoltatore al messaggio che sta per arrivare. Il tema di quattro note verrà suonato da John trentasette volte, ad altezze e profondità diverse, per lasciare spazio alla voce raddoppiata che per diciannove volte benedirà il mondo con il mantra “Un Amore Supremo”. I due movimenti seguenti sono il riconoscimento (Resolution) e il conseguimento (Pursuance), due brani di jazz più schematico e progressivo di accordi.

 
 

L’ultimo atto è il salmo, la preghiera, una conclusione malinconica in cui risulta impossibile identificare ritmo e metro. Psalm è la lettura con sassofono, o rilettura, di una poesia dello stesso Coltrane, che venne inserita nelle note di copertina dell’album. La struttura si disfa in un muoversi improvvisato che ricalca verosimilmente il contenuto in sillabe della composizione in parole del musicista. Il flusso di note dell’ottone recita la preghiera come se fosse parlata. Il sax si sdoppia nel finale e ascende verso un regno altro, le mazze che rullano sui tamburi aumentano l’aura mistica del brano che lento si dissolve e si riallaccia ciclicamente al primo brano dell’opera, col risuonare della fanfara iniziale in punto di congedo. Una logica e un andamento circolare con un’origine e una non fine che sta nel battere del gong, che dona infinitezza.

A Love Supreme fu il tentativo estremo e totalizzante di John Coltrane di identificare la religione con la musica. Ma non una fede precisa, definita, quanto un credo universale, una religione che si componesse degli elementi di tutte le religioni esistenti.