Vito di Battista - L'ultima diva dice addio

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Casa editrice: Società Editrice Milanese

Edizione: 2018

Pagine: 224

Dimentico sempre tutto quello che avevo deciso di ricordare a perfezione: i finali dei grandi classici, i nomi delle donne più potenti della storia; le notti che pensavo fossero le migliori di tutta una vita e le scadenze dei debiti.

Molly Buck era un'anziana diva del cinema ormai arrivata al termine della propria esistenza, che da qualche tempo  aveva deciso di ripercorrere il viale del tramonto sottobraccio al suo giovane biografo; proprio a quest’ultimo appartengono le parole dell’incipit del romanzo nonché di questa recensione. Sono parole contraddittorie, dato che un biografo è di fatto un custode della memoria, ma questo Ѐ un romanzo contraddittorio, che alla pari di un narratore inaffidabile mescola ricordi, verità e menzogne.

All'inizio di ogni capitolo, il narratore elenca le cose che ha dimenticato nonostante si fosse fermamente prefissato di ricordarle, allo stesso tempo però la sua memoria deve andare indietro nel tempo per restituirci stralci della vita di Molly. La narrazione segue questa risacca, che deve necessariamente ritirarsi per poter portare a riva i ricordi, ed è proprio su questo costante e sinuoso moto mnemonico che si fondano bellezza ed eleganza del romanzo.

L'opera prima di Vito di Battista ci regala personaggi affascinanti, che acquisiscono ancor più spessore grazie ad una scrittura cesellata che dona alla lettura una particolare piacevolezza, tanto apprezzabile quanto rara.