“Un nemico del popolo” di Ibsen: Popolizio sfida i populismi

“La maggioranza ha sempre ragione!”, grida il pubblico del Teatro Argentina nel gioco delle parti durante la messinscena. È in queste parole che nasce e finisce ogni tipo di discussione, qualsiasi argomentazione pur valida a confutare l’opinione dei più. Una frase che ha il peso di una sentenza di condanna per tutte le minoranze, per coloro che sono alla ricerca della verità.

4.jpg

A dire il vero il dottor Thomas Stockmann la verità l’ha trovata. Ha scoperto che le acque delle fonti termali sono inquinate e che i condotti attraverso le quali passano hanno bisogno di una ristrutturazione. È una notizia esplosiva, in grado da far tremare i muri del palazzo del Comune dove governa il primo cittadino: Peter Stockmann. Ebbene sì, il dottore e il sindaco sono fratelli. Ma qui l’amore fraterno non c’entra, qui è in gioco il potere e il prestigio personale davanti agli occhi del popolo. E allora i due Stockmann si batteranno per far valere la loro ragione, portando ognuno avanti la sua verità.

3.jpg

“Thomas Stockmann viene additato come ‘nemico del popolo’ perché non è in grado di gestire quella che egli chiama ‘la verità’ – spiega il regista, nonché attore nello spettacolo, Massimo Popolizio in una conversazione con Sergio Lo Gatto –. Il testo è costellato di varie scoperte, tra cui questa: non sono solo le terme a essere contaminate, ma siamo tutti noi, è la nostra comunità a essere avvelenata dal marciume della menzogna. Da vero antieroe, Stockmann sentenzia che ‘la maggioranza ha la forza, la minoranza ha la ragione’”. Ma gli sforzi del dottore per convincere la maggioranza saranno vani, la sua verità sarà affogata da interessi superiori: la volontà della borghesia di evitare un aumento delle tasse per finanziare la ristrutturazione dei condotti e la paura che la notizia dell’inquinamento possa portare a un crollo delle visite termali, vero e proprio motore economico della città.

2.jpg

Il populismo sotto la lente del testo del drammaturgo norvegese permette di indagare meglio sulla genesi di un movimento capace di travolgere tutto, anche la verità. Popolizio, nelle vesti del medico, e Maria Paiato, nel ruolo del sindaco rappresentano la perfetta espressione di due mondi contrapposti: da una parte il rigore scientifico e dall’altra il savoir-faire politico, quella capacità di utilizzare un linguaggio «prescrittivo-valutativo» che ha come scopo la persuasione e la cattura dell'ascoltatore, la manipolazione delle sue idee. D’altra parte, come ricordava Bismark, la politica non è una scienza, bensì un’arte.

Info spettacolo: qui.