Traumnovelle al Teatro Argot: un’esperienza a contatto con la messinscena

ee.jpg
In scena al: Teatro Argot, dal 3 al 13 maggio

Autore: Arthur Schnitzler

Regia: Paolo Sassanelli

“Lo spettacolo sta per iniziare. Avvicinatevi prego”.
Luci soffuse, musica di sottofondo, ambiente avvolto dalla penombra. Manca però la consueta tribuna su cui prendere posto.
In un angolo brucia lentamente una candela sopra il pianoforte. Un uomo giace riverso nel letto al centro della stanza. Una maschera è poggiata su di un lenzuolo nero, presagio di un incubo che sta per essere rivelato. Nient’altro circonda il pubblico.
Occorre sedersi dove possibile, lo spettacolo è già iniziato: siamo a teatro, siamo sul palco, siamo in scena.

1.jpg

Il calore di un’esperienza teatrale a stretto contatto con gli attori è una delle peculiarità del teatro a piazza San Cosimato. Il limitato spazio scenico a disposizione diminuisce la distanza tra interpreti e spettatori, squarciando il velo tra realtà e finzione, e rendendo così il pubblico complice dell’opera che si va a rappresentare. Il Teatro Argot è dunque un’accogliente scatola magica, in cui spesso si resta affascinati dall’incantesimo della messinscena.
Se solitamente i posti a sedere si trovano sul lato destro, per questo spettacolo Paolo Sassanelli ha deciso di posizionare il pubblico su tutte le pareti della rettangolare sala a disposizione, creando pertanto una situazione ancor più immersiva ed avvolgente. In tal modo nulla sfugge ai presenti: i languidi sguardi, i passi cadenzati, i movimenti rapidi e precisi si hanno modo di apprezzare da ogni angolazione, in tutte le loro nuance.

2.jpg

Altrettanti apprezzamenti non possono però essere pronunciati per la resa scenica nel complesso. Come a molti è noto, il racconto di Schnitzler qui rappresentato narra delle esperienze fedifraghe del dottor Fridolin e della moglie Albertine, in un’atmosfera onirica al confine tra sogno e realtà.
Una delle trasposizioni più celebri è certamente quella del cineasta Kubrick con il film Eyes Wide Shut, che stupisce per le scene raffinate e l’inquietudine infusa nello spettatore. Componente, quest’ultima, che tuttavia non risalta nella regia di Sassanelli. La tensione fatica a crescere durante il corso dello spettacolo, per via soprattutto di una mise en place non particolarmente riuscita, dove si è frequentemente catapultanti da una scena ad un’altra senza avere il tempo di accorgersi del luogo in cui si sta svolgendo l’azione. L’ingresso da cui entrano ed escono senza posa gli attori somiglia più a quello di un saloon, in un andirivieni che finisce solo per confondere.

3.jpg

Se i limiti spaziali non aiutano certo il cambiamento di scena, ciò che tuttavia più manca allo spettacolo è l’indagine psicologica del dottor Fridolin. Giampiero Judica profonde tutte le sue energie in siffatto ruolo, ma la sua interpretazione non mostra mai la crisi interiore del personaggio. Luciano Scarpa (nel ruolo del musicista che conduce Fridolin alla festa in maschera) e Claudio Castrogiovanni (nella parte del proprietario del negozio di costumi in cui il dottore compra i vestiti adatti all'incontro licenzioso) sono invece abili nel trascinare la rappresentazione in una dimensione onirica, rompendo gli equilibri attraverso le loro espressioni esasperate e le parole appena bisbigliate.

5.jpg

Una delle caratteristiche centrali di Doppio Sogno è senz’altro la carica erotica presente nelle pagine del racconto, che la compagnia riesce efficacemente ad esaltare. Prima la moglie Albertine (Fabrizia Sacchi) verso uno sconosciuto straniero – da cui vorrebbe essere posseduta –, poi le seducenti prostitute (Chiara Shakti Cincis, Fabiola Cimminella ed Eleonora Russo) nei confronti di Fridolin – intrappolato nella loro malia –, svelano il voluttuoso potere dell’amore carnale in tutta la sua forza. Aspetto però che nulla aggiunge ad una messinscena difettosa, avvicinandola anzi più ad una pochade che non ad un'opera teatrale.

Gradimento Autore: 5/10 (Regia: 5/10; Interpretazione: 5/10; Scenografia: 5/10)

Interpreti: Fabrizia Sacchi, Giampiero Judica, Marit Nissen, Fabrizio Bucci, Fabiola Cimminella, Loretta Graziani, Chiara Shakti Cincis, Luciano Scarpa, Claudio Castrogiovanni, Eleonora Russo e Moris Verdiani

Costumi: Moris Verdiani

Aiuto Regia: Lora Mure-Ravaud

Traduzione: Marit Nissen

Adattamento: Roberto Moliterni