Pagelle Sanremo 2023, prima parte: Anna Oxa e Ultimo unici sufficienti, Blanco che pena!

Crisi energetica? Inflazione? Povertà dilagante? Guerra in Ucraina? Terremoto devastante in Turchia? Ovviamente questa settimana la priorità dell’Italia non è nulla di tutto ciò, ma il solo e inimitabile Festival di Sanremo, praticamente l’unica agenzia di socializzazione rimasta nel Paese assieme alla scuola e all’università. E d’altronde se ci sono Roberto Benigni che decanta la nostra Costituzione per circa 8 ore e 47 minuti, l’immortale Gianni Morandi e l’amato presidente della Repubblica Sergio Mattarella (per la prima volta nella Storia) che ride tutto il tempo, non c’è dubbio su quale sia la vera Istituzione politica italiana.

Ieri è andata in scena la prima serata della kermesse all’Ariston, arrivata alla sua 73esima edizione. Tra una Chiara Ferragni impacciata e strappalacrime, la simpatia travolgente di Morandi, la freschezza imponente dei Pooh e l’evidente pollice verde o “sciabbarabba” (cit. Amadeus) di Blanco (che pena!), abbiamo sentito i primi 14 cantanti in gara. Come ogni anno ecco le nostre cattivissime pagelle delle loro canzoni e performance.

  • Anna Oxa - "Sali (Canto dell'anima)"

Vestita come una Maga Magò dei poveri, la controversa Anna Oxa si presenta all’Ariston dopo 17 anni di assenza e le due precedenti vittorie. Ha fatto di tutto per far parlare di lei prima di salire sul palco, tra interviste rifiutate a Giovanna (moglie di Amadeus), febbri improvvise curate dai suoi “amici medici ricercatori” e stoccate varie a destra e manca, coperte dal suo psichedelico team “Oxarte”. La canzone è un inno di rinascita e libertà contro le ambiguità dei nostri tempi, dal testo evocativo, ma dal ritmo non brillante (in radio non la passerà nemmeno “Latte e Miele”). Però ragazzi: che voce! Se qualcuno la dava per diva morente si deve ricredere, anche perché la cera di Tutankhamon di alcune uscite degli ultimi anni sembra sparita. L’ultimo acuto è folle e perfetto nella sua imperfezione. E non parla d’amore.

Diva divisiva

Voto: 6+

  • gIANMARIA - "Mostro"

L’enfant prodige di X Factor 2020 e di Emma Marrone arriva a Sanremo 2023 dopo aver vinto l’edizione per i giovani a dicembre. Vestito come un pirata e ciondolando come un salice piangente, canta dei sentimenti ritrovati per la sua famiglia dopo essersi perso. Ma lui “non è un mostro”, dice. Un po’ rapper, un po’ Rino Gaetano di Serie C2, stonicchia leggermente al microfono, ma tutto sommato se la cava dal punto di vista vocale. Per tutta l’esibizione, però, ha gli occhi sgranati come Bambi subito dopo la morte della madre. Alla fine ti guarda come il gatto con gli stivali o come il deputato meloniano Donzelli che osserva la sua collega Gardini mentre attacca il Pd. Un po’ più belloccio, ma altrettanto non convincente.

Tranquillo “Bambi”, non sei un “Mostro” e mamma ti vuole bene

Voto: 5-

  • Mr. Rain - "Supereroi"

Il rapper trentenne scende sul palco come un novello Amadeus (è vestito letteralmente allo stesso modo!). Fa il paraculo in tutti i modi: dal pianoforte all’inizio (che palesemente non è il suo forte), al capellino biondo sfavillante, passando per il coro di bambini che lo accompagna per tutta l’esibizione. Forse non ha capito chi scrive queste pagelle. I supereroi del titolo sono due persone che vogliono combattere le avversità insieme, sconfiggendo le ferite profonde che ti rimangono addosso. Ma l’unico supereroe che vorremmo è uno che ci salva da questa lagnetta scialba. Il rap sembra quasi fuori tempo e Mr. Rain è impacciato e distratto. Sembra che stia da un’altra parte con la testa, forse nel mondo dei Digimon. Ci si aspettava un testo non dico rivoluzionario, ma magari degno di una penna con età pari o superiore a 5 anni.

Perfetto per lo Zecchino d’Oro

Voto: 2

  • Marco Mengoni - "Due vite"

Dato tra i possibili trionfatori, l’ex vincitore di X Factor torna all’Ariston dopo aver vinto il Festival nel 2013 con “l’Essenziale”, candidandosi nuovamente per il trono di Sanremo. Quest’anno, poi, ha scritto in prima persona il brano e si presenta con l’outfit di un centauro un po’ rockettaro, un po’ radical chic. La canzone parla di una storia d'amore fatta di intensa intimità, ma è penosamente sanremese e amaramente commerciale. Caro Marco, avresti potuto cantare delle vere poesie con una facilità imbarazzante e lo dimostra la tua vocalità da urlo: questo brano atroce non ti merita. Canta “se questa è l’ultima canzone e poi la luna esploderà”. Qualcosa ci è esploso, ma non si può dire cosa.

Due… palle!

Voto: 4+

  • Ariete - "Mare di guai"

La giovane stella della generazione Z, debutta all’Ariston da ventenne con un brano scritto dal noto cantautore dell’Eurospin Calcutta. Un po’ Pinocchia, un po’ Pierot, canta una ballata romantica dedicata a una ragazza, tra rimpianto e nostalgia. Sembra la Madame di “Dove sei finita amoreeee”, con le stesse stonature, ma con un po’ meno di tristezza costruita. La canzone, ritmata come un martelletto che ti tacchetta il cervello, è inutile e insulsa. Cosa è previsto quest’anno per il segno zodiacale dell’Ariete? Sicuramente non la vittoria all’Ariston.

Meglio darsi all’astrologia

Voto: 1

  • Ultimo - "Alba"

Il Re del pop italiano degli ultimi anni torna all’Ariston dopo aver sfiorato la vittoria nel 2019 e aver totalizzato circa 600mila persone spettatori nei suoi concerti negli stadi italiani. La canzone ci invita a superare i nostri limiti e ad amare le persone diverse da noi, curando i lividi che sono nati fuori e dentro. Tutto gira attorno alla metafora dell’alba, come spartiacque verso nuovi inizi, oltre la nostra vita quotidiana. Il brano è pensato come un climax ascendente, ma solo alla fine emoziona e convince del tutto, come fosse un Fabrizio Moro al top della forma. Lui ci crede, anche troppo. Ma il mix tra la sua romanità travolgente come il nostro Signor Presidente del Consiglio e il fatto che il suo fan numero uno sia il vicepremier Matteo Salvini (che ancora piange su “I tuoi particolari” pensando a Elisa Isoardi), lo porteranno sicuramente ancora più in alto. Non si può dire che non sia bravo, ma per noi è appena sufficiente.

Potente, ma non abbastanza

Voto: 6

  • Coma_Cose - "L'addio"

Lo diciamo subito: non aspettavamo altro. L’ultima volta che sono venuti all’Ariston li abbiamo ribattezzati gli “Albano e Romina de noantri” e ora che sappiamo che stavano per lasciarsi (lo dicono prima di esibirsi) non abbiamo più dubbi che lo siano. Se si fossero lasciati non avremmo più potuto bere un bicchiere di vino con un panino e saremmo stati tristi per sempre. La canzone parla proprio della loro crisi e di come l’hanno superata, con una cadenza e una dinamica avvincente pari a “La corazzata Potëmkin”. Considerando poi che lui non sa cantare il tutto è ancora più magico. Alla fine si baciano: vi prego restate insieme per sempre e continuate a deliziarci con il vostro canto angelico!

Come diceva il maestro Fantozzi: “Che c… pazzesca"!”

Voto: 3

  • Elodie - "Due"

Bella, intonata, umile, sexy e accattivante. Ha tutte le carte in regola per stupire. Lo fa? Ovviamente no. Arriva come una sorta di Eva Kant mora e piumata, poi si svela durante l’esibizione. Canta di un amore appena nato, ma che è già finito male. Dice nel brano che “sto periodo non è facile” ed evidentemente non è facile nemmeno per gli autori di questo pezzo. Che comunque, è evidente, spaccherà in radio. La performance vocale non è niente male, ma la canzone è vomitevolmente pop e semplicemente ignobile.

Il voto se lo è già dato lei

Voto: 2

  • Leo Gassmann - "Terzo cuore"

Il figlio d’arte della famiglia Gassmann, dopo aver vinto Sanremo Giovani 2020, si presenta con una canzone scritta con Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari, il cui tocco è talmente evidente da sembrare quasi “celebrativo”. A partire dall’abito elegante, Gassmann si vuole mostrare più maturo. Prima sussurra al microfono, poi sfoggia il bel canto alla Massimo Ranieri di “Perdere l’amore”. Quali sono i tre cuori di questa ballad radiofonica? Il primo è quello che far ridere, il secondo è quello che fa andare contro le difficoltà, il terzo soffre perché non può dimenticare un amore. Ascoltare questo brano a mezzanotte è una tortura.

Perdereee… la voglia di vivere!

Voto: 3-

  • I Cugini di Campagna - "Lettera 22"

Incredibile, ma non avevano mai partecipato al Festival di Sanremo. Lo storico gruppo folkloristico non si presenta con gli abiti dei Maneskin ed è già una notizia. Sbrilluccicosi e sottotono, lasciano il segno come l’ultima campagna elettorale di Luigi Di Maio (anzi, almeno lui veniva fatto volare dai pizzaioli). La lettera 22 del testo non esiste più, è qualcosa da cercare continuamente, come le parole giuste da dire .“Non lasciarmi” cantano, invece noi li lasceremmo volentieri. Se la battono con Ariete.

Anima mia, tornate a casa vostra

Voto: 1

  • Gianluca Grignani - "Quando ti manca il fiato"

Era uno dei più attesi dal grande pubblico. In passato ha ottenuto il successo proprio con la sanremese “Destinazione Paradiso”. Dopo anni molto difficili torna all’Ariston con un naso alla Califano e un look alla Briatore. Ha scritto di suo pugno una canzone per il padre, che l’artista ha deciso di perdonare nonostante le difficoltà. Onorevole, ma biascica al microfono e non si capisce letteralmente nulla di quello che canta (non scandisce niente). Nemmeno se lo risenti e lo metti a volume 1000 riesci a capire quello che dice. Il titolo della canzone è il miglior commento possibile alla sua performance.

'A pampuglia è fiuta all'ebba

Voto: 0

  • Olly - "Polvere"

Il giovane rap ligure proveniente da Sanremo giovani si presenta frivolo, ma emozionato. Nel suo brano parla di fragilità e distrazioni. Tra autotune super cool e un “mmmmmhhh” fighetto, alterna barre incalzanti a un pre-ritornello sussurrato. Chi si ricorderà di lui la prossima settimana? A un certo punto dice “ma che senso ha?” e ce lo chiediamo anche noi.

Dove hai lasciato Benji?

Voto: 2-

  • Colla Zio - "Non mi va"

Altro prodotto di Sanremo Giovani. Cinque ragazzi scanzonati e vestiti evidentemente a caso per festeggiare il Carnevale presentano un brano autoprodotto con tanto di distorsione elettronica e rap d’impatto. Il pezzo, che parla di un amore nostalgico, è pieno di citazioni culturali e pop. Non solo: è molto radiofonico e potrà portare molta fortuna al collettivo. Peccato che sono più moderni i Cugini di Campagna.

Non ci va di infierire

Voto: 3 e mezzo

  • Mara Sattei - "Duemilaminuti"

La cantante dei tormentoni, come “La dolce vita” con Fedez e Tanani, nonché sorella del noto trapper ThaSup, debutta all’Ariston con evidente emozione. Vestita con un abito scuro molto elegante, canta di un amore tossico, fatto di alcool che non elimina i problemi, manipolazione mentale e ferite sul corpo. La performance vocale poteva essere più convincente, ma non è certo la peggiore della serata.

Evitabile, ma almeno ci manda a letto

Voto: 4-

Ed ecco la classifica provvisoria con i voti della sala stampa (ovviamente coincidono con i nostri…):

I primi cantanti sono finiti. Appuntamento a domani per le spietate pagelle degli altri 14 cantanti in gara e l’inutilissima classifica finale de L’Amletico di Sanremo 2023.