Popolizio e le parole che migrano, affogano e colpiscono al cuore

 

Le parole possono restare lettera morta, oppure prendere vita attraverso proiezioni video, segnali musicali e una voce che conferisce loro la forma dell'acqua, del vento e della sofferenza. Su un tappeto di terra rossa, Massimo Popolizio urla, grida e scaglia con forza verso il pubblico le parole che John Steinbeck scrisse nel 1936 sul San Francisco News, e che tre anni più tardi vennero raccolte nel bestseller Furore.

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"L'aria satura di polvere ovattava i suoni. Al mattino la polvere fluttuava come nebbia, il sole era rosso come sangue fresco e una coltre uniforme ricoprì la terra". La crisi climatica, agricola ed economica costrinse gli abitanti dell'Oklahoma ad abbandonare la loro terra per cercare fortuna in California. Laggiù però non trovarono l'accoglienza sperata, ma proprietari terrieri disposti a gettare via la frutta marcia dei campi pur di non sfamare i poveri migranti.

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Le immagini di quella sofferenza sono testimoniate dalle foto di Dorothea Lange, che partì insieme a Steinbeck per il reportage. Un bianco e nero che scava i volti e mette in risalto l'agonia psicologica dei migranti. L'attore legge e recita all’interno di queste istantanee, ma anche di suoni e voci dal vivo. “Un’opera sonora", la definisce Popolizio, "composta da 180 segnali musicali e 120 video".

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Costruito insieme con Emanuele Trevi, che ha curato l’adattamento, e Giovanni Lo Cascio, che esegue le musiche durante la messinscena, lo spettacolo racconta l’epopea di un popolo che è scappato dalla polvere, per poi morire nell’acqua. Non il solito reading letterario, ma un lavoro in cui voce, suoni e immagini sono comprimari. Un’unione che consente di superare le difficoltà che può presentare la lettura di un testo. E che ricorda il modo in cui i migranti dell’Oklahoma affrontavano le avversità: raggruppandosi e facendosi forza l’un l’altro. Anche John Steinbeck lo scrive. "Se si è soli, si perde. Se si è in due, già si può vincere. Se si è tanti, si può certamente vincere".