Namibia on the road

Spazio aperto

La prima cosa che colpisce quando si scende dall’aereo è la profondità di campo che si ha. L’orizzonte è una linea lontana. Sono le nuvole sparse ed isolate su vari piani a trasmettere quella sensazione di profondità a cui siamo così poco abituati. A differenza di un orizzonte marino, piatto e continuo, la prospettiva di un orizzonte di terra confonde la mente. Una ondulazione del terreno apparentemente vicina si rivela essere distante centinaia di chilometri e di dimensioni mastodontiche. Più volte durante il viaggio ci siamo trovati a dire “dobbiamo superare quelle montagne lì e dovremmo essere arrivati” con il tono di chi è praticamente arrivato, per poi quattro ore dopo essere solamente a due terzi della strada. L’unica volta che ho avuto la stessa sensazione è stata durante il decollo dell’aereo che ci portava da Pokhara a Katmandu. Dal finestrino dell’aereo si poteva vedere la cima dell’Annapurna all’orizzonte più alta di noi per quasi tutta la durata del viaggio nonostante l’aereo continuasse a salire di quota.
Nel corso del viaggio si abbandonano tutti i preconcetti di distanza. Il nostro concetto di vicino e lontano si estende oltre la nostra immaginazione. Potreste trovarvi a percorrere 12 km per andare dalla vostra stanza alla reception del lodge solamente per fare colazione. Altrimenti, potreste decidere di fermarvi in un punto a vostro piacimento e accamparvi con il Pick up per passare la notte.
Tu, la natura e gli animali che la abitano.



Automobile

Un dato di fatto è che in Namibia ci si può andare solo se si è appassionati dei viaggi in macchina e della guida su strada sterrata. In questo viaggio la macchina esprime al meglio il senso di libertà per il quale è famosa. A volte si è soli per centinaia di chilometri, nel mezzo di qualche area desertica, con la macchina come casa e luogo per proteggerci dall’ambiente inospitale circostante. Se inizialmente ci si porta con sé i limiti della strada asfaltata, nel corso del viaggio si realizza che di fatto non ci sta un vincolo vero, ma qualsiasi direzione è possibile per arrivare alla meta.
La macchina diventa tra le cose più importanti che si hanno. Per questo bisogna curarsene monitorando sulla mappa le zone di rifornimento e programmando il viaggio in loro funzione. Lo stesso vale per le ruote minacciate dal quarzo affilato che compone la maggior parte del fondo stradale sterrato.
Con l’automobile fuori gioco sei fermo. Chissà dove. E se non hai ruote di scorta o non ti ricordi come si cambiano... l’unica cosa che si può fare è provare a chiamare qualcuno (se il telefono ha segnale), altrimenti rimane solo contemplare l’orizzonte in attesa di un’altra macchina a cui chiedere aiuto.



Pensieri

Questo è un viaggio lento fatto di lunghi momenti di attesa, di lontani obiettivi da raggiungere e paesaggi che, di tanto in tanto, cambiano.
Nel mentre, la giornata si allunga e l’attenzione cade inevitabilmente su sé stessi, sulle riflessioni accennate, parziali ed incompiute che lasciamo scivolare nel remoto della nostra mente a causa di qualche interruzione o impegno che richiede tutta la nostra attenzione.
Non avere il tempo per fare o riflettere profondamente su qualcosa è un cliché al quale siamo tutti soggetti. Le giornate a volte passano futili e vuote come se fossero su un binario tremendamente rettilineo. In viaggio mi sono riproposto di cambiare tante mie abitudini ma, nonostante tutto, ricado sempre sugli stessi monotoni binari. Forse è una nostra natura primordiale quella di volere una vita lenta e tranquilla.



Paure

Le ansie fanno parte della mia vita da sempre. Un tempo erano acerbe e non ben definite, ora si ripropongono chiare su temi specifici di mia particolare preoccupazione. Nel mio caso, forse la più dirompente, è la sfera della salute. La forte empatia con cui ho visto persone vicine soffrire e, a volte, non farcela, mi ha portato a vedere la malattia come un qualcosa non di passeggero, bensì di potenzialmente debilitante e/o mortale.
Partendo da questi presupposti, l’essere in Africa nel mezzo di posti desolati non aiutava. La tranquillità veniva principalmente dalla farmacia che avevamo in valigia. Però, non è sempre stato così. Durante i primi viaggi senza i miei genitori non portavo con me medicine al di fuori dello stretto necessario. Con il tempo, l’accumularsi dei viaggi e delle influenze varie, la scorta di medicine si è ampliata.
Invidio molto le persone che non hanno paura di stare male. Che in giro per il mondo non si fanno problemi a mangiare e bere di tutto. Non so come facciano in verità. Forse non hanno vissuto esperienze traumatizzanti, sono più fataliste o semplicemente più coraggiose di me.



Compagnia

La compagnia delle persone è probabilmente sottovalutata o si da per scontata. Nessuno è irraggiungibile e una occasione di socialità la si trova sempre quando non si vuole stare soli. 
In questo viaggio la compagnia è fondamentale. Si passerà praticamente la totalità del tempo insieme e, per questo, bisogna che ci sia sin dall’inizio un solido legame nel gruppo. Il mio non era un vero gruppo ma solo due persone: io e mia madre. 
Mentre scrivo, riconosco che non sono mai riuscito ad esprimere l’affetto che avrei voluto trasmettere e avrebbe meritato ricevere. Sono probabilmente troppo distaccato e leggermente malinconico. Per questo capisco perfettamente il perché i miei genitori a volte mi chiedono se sono veramente felice. A modo mio, con alti e bassi fisiologici della vita, credo di esserlo. 
Di mia madre amo principalmente la profonda sensibilità e le sono profondamente grato per tutto quello che ha fatto, assieme a mio padre, per me. Il legame che ci lega è talmente complesso da renderlo difficile da esprimere a parole o gesti; certo è che non potrei pensare e desiderare dei genitori diversi da quelli che sono e sono stati. 
Per questo, anche se non viaggiavamo insieme da tempo, siamo stati nel profondo in sintonia come sempre.  



Geologia

Dedico un capitolo a questo tema per deformazione professionale. La Namibia è il regno della geologia e, da geologo che sono, non posso che rimanerne entusiasta. Se nella vita quotidiana gli ingegneri la fanno da padrona, qui siamo noi a comandarcela a dovere. Nel sud del paese la restricted area contiene miniere di diamanti mentre nel nord si possono trovare vene a cielo aperto di minerali di ogni genere. Qui in mano ho un pezzo grezzo di fluorite blu preso in un affioramento bordo strada. Alle pompe di benzina e lungo le strade sterrate banchetti pieni di pietre raccolte chi sa dove sono in bella mostra in cerca di un acquirente.
Mi ha reso particolarmente compiaciuto la reazione di genuina ammirazione delle persone una volta a conoscenza della mia specializzazione in Geologia. Come se fossi qualcuno che conta e non una razza a rischio disoccupazione. Per loro il geologo è quello che ha portato ricchezza e fortuna e, anche se senza personale merito, mi sono per poco appropriato della fama di altri. Quando ci vuole ci vuole!



Deserto

Esistono molteplici tipologie di deserti: sabbioso con dune, sabbioso senza dune, roccioso con alberi, roccioso con cespugli e lande pianeggianti desolate polverose e bianche fino all’orizzonte. Il deserto è una formazione naturale spaventosa. Ci si sente veramente persi senza il rifugio della macchina. Le distanze sono incalcolabili e le strade si perdono all’infinito svanendo sfocate dal calore che si alza dal terreno. Immaginare le forme di vita che li abitano, così resilienti e primitive mi emoziona. Immagina le dune sabbiose in continua migrazione trasportate dal vento mi entusiasma. Siamo soli e lontani da tutto alla ricerca di scorci e dettagli regalati dall’arida natura che ci circonda. Diretti oltre l’orizzonte dove un piccolo agglomerato di case è pronto ad accoglierci.
Mi deprime terribilmente il pensiero che la mia memoria possa non ricordare tutte le emozioni che ho vissuto. Sicuramente, quando il tempo avrà cancellato abbastanza ricordi, potrò tornare in quei luoghi per rivivere tutto da capo.



Mood
 

La Namibia può essere affrontata in vari modi: avventura e maggiori confort.
Nel caso dell’avventura, le spese principali riguarderanno il volo, l’affitto del pick-up, il costo della benzina e la spesa per la piazzola per il mezzo nei campeggi. Questo perché, il pick-up è munito di tenda sul tetto, frigorifero e fornelli. Questa è l’unica modalità per un viaggio “low cost” in Namibia. Nonostante vi mancheranno la maggior parte delle comodità, guadagnerete la libertà assoluta di andare e dormire dove vorrete nel vero spirito Namibiano.

Il caso del confort prevede affitto della macchina con o senza guidatore e pernotto nei lodge dispersi per l’immenso territorio del paese. Dimenticate il concetto del B&B, ostelli o guest house. Di lodge ce ne sono di varia qualità e, ovviamente, costo. Per mangiare, dovrete necessariamente appoggiarvi al ristorante del posto dove si dorme. Questa seconda soluzione è abbastanza costosa e richiede un’attenta valutazione del budget a disposizione. Nonostante questo, consentirà di godersi i momenti di stop al meglio e di staccare completamente dalle giornate lavorative pre vacanza.

L’organizzazione del viaggio può essere fatta in modo indipendente oppure avvalendosi di una agenzia di viaggio locale. Unica accortezza, stare attenti alla tipologia di macchina e affidabilità della società di affitto. La macchina è, probabilmente, l’elemento più importante del viaggio; per questo assicuratevi che sia un fuoristrada in ottime condizioni con 1 o più ruote di scorta.

Durante questo viaggio ho compreso il concetto in base al quale le impressioni di un posto cambiano in funzione dell’età. Se avessi fatto lo stesso viaggio anni fa sarebbe probabilmente stato tutta un’altra cosa e se dovessi tornare in futuro chissà… nonostante tutto, l’importante è esserci stato almeno una volta nella vita.