Legatoria Del Vico, dal Seicento maestri d’arte al servizio di papi, principi e presidenti

Dal Seicento papi, principi e nobili portano i libri nella legatoria dei Del Vico. “Qui è venuto Ratzinger prima che diventasse Papa”, racconta Massimiliano. Ma anche Giorgio Napolitano è passato in questa bottega. “Quella è la foto con mio padre”. Sulla parete c’è un’immagine che ritrae Francesco Del Vico insieme all’undicesimo presidente della Repubblica Italiana. “Quando è venuto qui, la scorta ha chiuso tutta la via, sono entrati prima in cinque per controllare il locale e poi l’hanno fatto entrare”.

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Il negozio dei Del Vico si trova in Vicolo del Governo Vecchio, 5: una stradina piccola, nascosta, dove a stento passano le macchine. “Prima stavamo in un locale di fronte – racconta Massimiliano –. Poi ci siamo spostati. È da secoli che mandiamo avanti questa attività: siamo un nome importante nella legatoria a Roma”. E lo sono tuttora. “Vieni, ti mostro un lavoro che non potrei far vedere”. Così andiamo in fondo al negozio, dove Massimiliano solleva alcuni fogli da una pila di materiale. Sulla copertina in pelle di una cartellina c’è scritto: “The Great Master in The Louvre Gallery. Volume primo. New York D. Appelton & Co”. 

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Cos’è? “Questo è un lavoro per il Louvre. Tutto fatto a mano”. Ogni parte? “Sì. Vedi i bordi? Questi li ho fatti uno ad uno”. Da non crederci. “Ti faccio vedere come li ho realizzati. Seguimi nel ‘reparto speciale’”. Con Massimiliano andiamo nella parte del negozio dove sono conservati tutti gli attrezzi per l’oro. Ne prende uno che somiglia a un cacciavite, solo che sulla punta ha una rotella con dei cliché. “Con questo ho fatto i bordi del volume per il Louvre”. Come? “Prima si scalda la rotellina, poi si bagna con l’oro e poi si incide”.

Un lavoro certosino, che richiede grande impegno e manualità. “Non si impara da un giorno all’altro. Io sono in questa bottega da quando avevo 12 anni”. E la scuola? “Non ci andavo. Mia madre doveva badare a 7 figli, non riusciva a seguirci tutti. Quando mio padre se n’è accorto, mi ha detto: ‘Vieni, ti porto con me in bottega’”. E qui Massimiliano è cresciuto vedendo il mestiere e raccogliendo i segreti di un’arte antica.

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Molti insegnamenti sono stati raccolti dal cugino di suo nonno, Arnaldo Del Vico, in un libro: L'arte nella legatura, i legatori e il libro, del 1931. Di copie se ne trovano poche in giro, alcune sono custodite nelle biblioteche. Massimiliano, però, ne ha una esposta in vetrina. “Ci sono i bozzetti delle copertine – spiega mentre sfoglia le pagine del volume –. Tutti realizzati a mano”. Si fanno ancora? “Sì, ma per un lavoro del genere il costo è alto. Qui, però, vengono anche persone che non badano a spese”.

Per il libro che gli ho portato, invece, il prezzo è stato molto contenuto. E il lavoro era difficile: tanto che un altro rilegatore romano aveva rifiutato. “Aveva tutto il dorso rovinato dal tempo”. Ma nella bottega, Massimiliano, ha pelli di ogni tipo. Insieme abbiamo trovato quella più vicina all’originale, mentre per il resto ci ha pensato l’artigiano a far tornare il libro come nuovo. “È molto raro, un testo da biblioteca”.

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Di lavoro nell’antica legatoria non ne manca. “Per il 5 settembre devo realizzare delle cartelline per il Vaticano e poi ho altre consegne”. Dei Del Vico, però, online non si trova molto. “Ho aperto il sito pochi giorni fa. Di clienti ne ho persi parecchi non essendo sul web, perché anche persone che abitano in zona non ci conoscono”. Ma l’arte di questa bottega è riconosciuta da tutti e lo è stata anche dal Re: “In considerazione di particolari benemerenze – si legge su un attestato dentro la bottega – S. M. Vittorio Emanuele II, Re D’Italia e di Albania, Imperatore d’Etiopia ha conferito l’onorificenza di Cavaliere al sig. Arnaldo Del Vico, Maestro d’arte a Roma”.

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