Il significato del monumentale acrolito dell’imperatore Costantino

Rappresentazione dell’accolito di Costantino/ArcTron3d

L'acrolito, dal greco antico "dalle estremità di pietra", è una statua particolare che presso gli antichi Greci, ma anche presso i Romani, veniva realizzata in pietra, marmo o avorio solo per la testa, per le braccia o mani e per i piedi.

Per la parte restante si ricorreva a materiale meno pregiato, come per esempio il legno, atto a costituire una struttura di sostegno che mantenesse le estremità scolpite. Questa impalcatura veniva poi dipinta e rivestita con panneggi al fine di non renderla visibile.

Gli acroliti venivano utilizzati dagli antichi soprattutto per realizzare statue di divinità destinate a essere esposte nei templi e, in alcuni casi, potevano anche ritrarre alcuni imperatori divinizzati.

Si credeva infatti che il dio abitasse all’interno di questi idoli sacri a cui venivano riservati trattamenti da esseri umani e, come tali, venivano vestiti, curati con offerte e adorati.

Uno degli acroliti più importanti della scultura romana tardo-antica è la statua colossale di Costantino, databile tra il 313 – anno in cui la basilica di Massenzio nella quale si trovava venne dedicata all’imperatore – e il 324, quando nei ritratti dell'imperatore romano comincia ad apparire il diadema, simbolo monarchico di derivazione ellenistica.

Flavio Valerio Aurelio Costantino, conosciuto anche come Costantino il Vincitore, Costantino il Grande e Costantino I, è stato imperatore dal 306 fino alla sua morte avvenuta nel 337.

basilica di Massenzio

Si presume che fosse rappresentato seduto, sempre a giudicare dai resti, e che fosse  avvolto nel paludamentum, il mantello che veniva indossato da un generale romano quando comandava un esercito o dai suoi ufficiali; aveva scoperti il petto e le altre parti ritrovate e in mano, sollevata sul braccio destro, doveva tenere lo scettro che terminava con una croce.

La testa, originariamente ornata da una corona metallica, presenta i caratteri dell'arte romana di quell'epoca con la stilizzazione e semplificazione delle linee mentre il volto è squadrato, con capelli e sopracciglia resi con profonde ma innaturali incisioni nel marmo.

Alcuni segni di rilavorazione del capo indicano che gli autori di questa gigantesca opera ricavarono le sembianze di Costantino utilizzando un’opera più antica e non si esclude che in origine questa potesse rappresentare Massenzio, il suo avversario.

Gli occhi sono eccessivamente grandi con le pupille ben marcate mentre guardano verso l'alto, come nei ritratti ellenistici, a simboleggiare il contatto privilegiato tra l'imperatore e la divinità.

Lo sguardo fisso, unitamente alla compostezza del suo viso, conferisce austerità e solennità al ritratto.

La capigliatura è attraversata da striature, il naso è aquilino, le labbra sono lunghe e sottili e il mento è pronunciato.

I resti dell’acrolito di Costantino, una mano e il braccio destro, i piedi, un ginocchio, il femore destro, il polpaccio sinistro e la testa, quest’ultima inizialmente collocata a decorazione della mostra della fontana costruita intorno alla statua del Marforio, sono esposti in un cortile del Palazzo dei Conservatori al Campidoglio.

I pezzi dell’acrolito nei cortile dei Musei del Campidoglio/Wikipedia

Di seguito, dei numerosi resti se ne riportano in dettaglio alcuni.

Arte, MuseiFranco Rumi*Comment