Da Escher a Hugo Pratt, due mostre eccezionali a Genova

Nella stupenda cornice di Palazzo Ducale a Genova, il 9 settembre 2021 è stata inaugurata la mostra più completa che sia mai stata dedicata al genio, alle visioni oniriche e ai progetti di Maurits Cornelis Escher, l’artista olandese enigmatico e visionario, che è diventato famoso per le sue geometrie impossibili.

Nel frattempo - senza smettere di stupirci per il loro alacre spirito organizzativo - i curatori di Palazzo Ducale, di concerto con Patrizia Zanotti (ultradecennale collaboratrice di Pratt), hanno inaugurato il 14 ottobre, e sempre nella loro splendida sede genovese, un’altra mostra importante - anch’essa la più completa mai realizzata finora - dedicata a Hugo Pratt, l’ideatore del personaggio di Corto Maltese.

Inoltre Palazzo Ducale ospita altre interessanti mostre che - come quelle su Escher e Pratt - si concluderanno nel 2022: Dar corpo al corpo (su motivi iconografici del Novecento, tratti dalla collezione di Mitchell “Micky” Wolfson jr.), Sipari Incantati. Atto I (un percorso interdisciplinare di costumi, bozzetti e installazioni di Emanuele Luzzati) e, last but not least, l’importantissima Sala delle Donne (dedicata alle “Donne che hanno fatto la Storia e a quelle che verranno”). Così gli appassionati non residenti a Genova, con un unico viaggio nella città, oltre alla Lanterna, al Museo del Mare di Palazzo Galata, all’Acquario, ai luoghi che ricordano Niccolò Paganini e Giuseppe Mazzini, al borgo marinaro di Boccadasse e a molto altro ancora, potranno visitare tutte queste mostre, con modalità di ingresso differenziate tra loro, per le quali occorrerà informarsi su ognuna.



La mostra dedicata a Maurits Cornelis Escher - la più grande che sia stata finora realizzata al mondo - è intitolata semplicemente Escher ed è stata curata da due grandi conoscitori dell’opera del Maestro olandese, già curatori di altre importanti mostre escheriane organizzate in Italia, nei Paesi Bassi e nel mondo: Mark Veldhuysen, che è il CEO della M.C. Escher Company B.V., società che cura a livello mondiale e in esclusiva la diffusione delle opere di Escher e ne tutela i diritti di copyright; Federico Giudiceandrea, che è uno dei massimi esperti delle opere e della figura di Escher, autore di numerosi scritti riguardanti il Maestro, nonché collezionista delle sue opere che sono state raccolte da Giudiceandrea nell’arco di più di 40 anni in una collezione che, nell’ultimo decennio, è stata esposta in varie sedi tra cui New York, Barcellona, Milano e Roma.

La mostra genovese è suddivisa in otto sezioni: Gli inizi; Italia; Tassellature; Metamorfosi; Struttura dello spazio; Paradossi geometrici; Lavori su commissione; Eschermania. Una sezione - la seconda - è dedicata in particolare all’Italia, perché è il Paese con il quale Escher ebbe un rapporto speciale a partire dalla sua prima breve visita avvenuta nel 1921, cui sarebbe seguita l’anno successivo un nuovo e più prolungato viaggio di “esplorazione” culturale. Il Maestro, nato a Leeuwarden (Paesi Bassi) il 17 giugno 1898,  si innamorò dei Paesi mediterranei (la Spagna, la Grecia e più di tutti l’Italia) a causa del clima, della luce e dei colori che caratterizzano i loro scenari; ma fu soprattutto intensa la sua relazione con la Penisola italiana, al punto che l’attraversò in lungo e in largo: a Ravello, sulla Costiera Amalfitana, nel marzo 1923 Escher conobbe Julia Umiker, detta Jetta, figlia di un facoltoso banchiere svizzero e appassionata di pittura; si innamorarono e si sposarono l’anno seguente a Viareggio, in Toscana. Nel frattempo Escher si era stabilito a Roma fin dal novembre 1923 e dopo il matrimonio - pur continuando a girovagare per l’Italia - rimase principalmente a Roma con Jetta e col loro primo figlio George Arnald, nato nel 1926, cui seguirà nel 1928 il secondo figlio, Arthur. Gli Escher rimasero a Roma fino al luglio 1935, ma il momento culminante del (reciproco) amore tra Escher e l’Italia si misurò con la mostra a lui dedicata dall’Istituto Storico Olandese a Roma, tenutasi dal 12 al 22 dicembre 1934. L’anno dopo, a causa di un continuo mutarsi della situazione politica in un senso che non era molto gradito ad Escher, si trasferì con tutta la famiglia in Svizzera, a Château-d’Oex (nel cantone Vaud), dove tuttavia il Maestro olandese non riuscì ad ambientarsi per cui - non potendo tornare in Italia sempre a causa del clima politico - gli Escher si trasferirono in Belgio, dove nel 1938 sarebbe nato Jan, il terzo figlio della coppia.

Di questo artista visionario e lucidamente folle - che fu capace di dire “Wonder is the salt of the truth” ed anche “My work is a game, a very serious game” - questa eccellente mostra genovese espone all’interesse del pubblico oltre 200 dei suoi lavori, alcuni dei quali sono tra i più significativi e tutti riprodotti nell’ottimo catalogo: Mano con sfera riflettente (1935), Giorno e notte (1938), Metamorfosi II (1939), Vincolo d’unione (1956) e la serie degli Emblemata. Il percorso espositivo è stato realizzato in modo da dare al visitatore la possibilità di capire appieno l’influenza che il Maestro olandese ha esercitato sulle generazioni di artisti a lui (quasi) coeve o che gli sono succedute, come Victor Vasarely (1906-1997, un altro artista che di prospettive assurde se ne intendeva), ma i visitatori possono anche scoprire il rapporto che, nella storia dell’arte, lega Escher a chi, come Giovanni Battista Piranesi (1720-1778), è stato un altro grande artista visionario. La mostra è stata organizzata in modo da accogliere al meglio anche i visitatori più piccoli, con l’espediente di uno storytelling che, con una gradevole musica di accompagnamento, fa sì che Escher si intrattenga con una coppia formata da due simpatici bambini: la sorellina Infinity, saggia e avveduta, e il fratellino Vertigo, vivace e avventuroso, ai quali il Maestro racconta alcuni aneddoti della sua interessante e dinamica vita artistica.

La mostra su Maurits Cornelis Escher si chiuderà il 20 febbraio 2022.  


Hugo Pratt. Da Genova ai Mari del Sud è il titolo della mostra incentrata soprattutto su Corto Maltese, il famoso personaggio dei fumetti ideato da Hugo Pratt, riminese di nascita, ma veneziano di adozione, oltre che sentimentalmente legato alla città di Genova, dove videro la luce le prime avventure del Maltese. Furono pubblicate a partire dal luglio 1967 sulla neonata rivista mensile di fumetti Sgt. Kirk, fondata dall’editore genovese Florenzo Ivaldi che mesi addietro a Venezia, nella trattoria da Scarso nell’isola di Malamocco, solitamente frequentata da Hugo Pratt, tra un’ombra (un bicchiere) di Raboso Veronese e un piatto di risi e bisi (risotto con i piselli), immancabilmente seguito da uno sfogio (una sogliola in dialetto veneziano), aveva convinto il geniale e innovativo fumettista a pubblicare le avventure del suo Corto Maltese già dal primo numero del Sgt. Kirk. Si trattava del racconto con immagini Una ballata del mare salato, che è rimasto una pietra miliare nella storia del fumetto non solo italiano.

La mostra genovese si richiama, già nel titolo, alla vita avventurosa di Hugo Pratt che si svolse tra Africa, Europa, Argentina - dove negli anni tra il Cinquanta e il Sessanta nacque l’idea di Corto Maltese - e, infine, di nuovo Europa, continuando tuttavia ad errare in giro per il mondo, proprio come la sua creatura, il Maltese che, non a caso, è stato talora chiamato “il marinaio errante” e il “marinaio con l’orecchino”. Al personaggio che l’avrebbe reso celebre, Pratt diede il nome di Corto perché in spagnolo vuol dire svelto di mano e Maltese perché anagraficamente - nella vicenda da lui narrata a fumetti - lo fece nascere in quell’isola del Mediterraneo. A cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, dal Sudamerica Pratt si spostò per un breve intermezzo di lavoro a Londra per quindi tornare in Argentina; infine, nel 1962, lasciò Buenos Aires per rientrare in Italia e andò a vivere a Malamocco, in una casa che adibì anche a studio, per infine trascorrere i suoi ultimi anni, dal 1984 al 1995 - sempre però spostandosi occasionalmente in giro di qua e di là per il mondo! - sul Lago di Ginevra, a Grandvaux (vicino Losanna), dove morì il 20 agosto 1995, ad appena 68 anni. Fu tuttavia nell’appartamento-studio veneziano che nacquero le sue migliori creazioni, al punto che Oreste del Buono ebbe a definire Pratt “il Maestro di Malamocco”, mentre a testimonianza dell’alto valore culturale dei racconti del Maltese, che Pratt chiamava “letteratura disegnata” - preferendo questa espressione a quella più riduttiva di “fumetto” -  Umberto Eco disse che “Quando ho voglia di rilassarmi leggo un saggio di Engels, se invece desidero impegnarmi leggo Corto Maltese”. Peraltro, malgrado l’apprezzamento di Del Buono e di Eco, l’intellighenzia letteraria italiana etichettò Hugo Pratt come un “fumettaro”, mentre il pubblico dei lettori lo apprezzò e lo osannò come un vero “Nemo propheta in patria” qual era. In Francia - dove lavorò e a partire dal 1970 pubblicò per un certo tempo le sue storie sul settimanale Pif Gadget - il Presidente della Repubblica François Mitterrand lo insignì della Legion d’Honneur, mentre a Corto Maltese, oltre alla intitolazione di strade a Lisbona e in alcune cittadine della Francia e all’emissione di un francobollo a San Marino e, finalmente anche in Italia, sono state dedicate ben due statue: una nel 2004 ad Angoulême, cittadina francese sede di un importante festival internazionale del fumetto ed una nel 2007 in Svizzera a Grandvaux che, oltre ad essere stata l’ultima residenza di Pratt, è anche luogo in cui egli venne sepolto. Nella villa di Grandvaux Pratt custodì la sua sterminata biblioteca di circa 30.000 volumi riguardanti i luoghi da lui visitati e nei quali aveva ambientato le avventure del Maltese: erano conservati in cinque grandi stanze, una per ogni continente visitato.

Nella mostra genovese - non molto grande in verità, ma estremamente interessante, dettagliata e ricca di elementi e ricordi prattiani - sono esposte 200 opere originali di Hugo Pratt, fra tavole e acquerelli, oltre alle foto che Elisabetta Catalano gli scattò nel 1994, nel suo studio romano, esposte nella prima sala. La mostra si snoda lungo altre tre sale, nelle quali traspaiono i riferimenti letterari sui quali si è basata la formazione artistica di Pratt, si ammirano i lavori dedicati alle varie parti del mondo che sono rimaste care al Maestro (soprattutto Venezia, l’Argentina, l’Africa e il nordest dell’America abitata dai Pellerossa del XVIII secolo), per concludere in bellezza con una quinta sala interamente dedicata al “marinaio errante”, cui segue l’ultima piccola sala in cui sono esposte le sembianze di tutti i personaggi prattiani e talune opere di artisti che, dopo la morte di Pratt, hanno ripreso e reinterpretato talune realizzazioni del Maestro.

Sicuramente di notevole interesse è il catalogo della mostra, che è stato stampato in fac-simile seguendo il formato, la fumettistica e l’impostazione della mitica rivista Sgt. Kirk - quasi fosse un nuovo numero in pubblicazione - e che, come deferente omaggio per i numerosi appassionati di Pratt, riporta una storia inedita per l’Europa, La giustizia di Wahtee (in cui, peraltro, non compare Corto Maltese), che era stata pubblicata in Argentina nel maggio 1955, sulla rivista Super Misterix.

Patrizia Zanotti - che nel 1994 fondò con Pratt e con Marco Steiner la casa editrice Lizard con la finalità di pubblicare principalmente le opere di Pratt ma, col tempo, non solo esse - in occasione di questa mostra genovese da lei curata ha descritto la vita avventurosa di Hugo Pratt sempre in giro per il mondo, accostandolo a Corto Maltese in maniera sintetica, ma efficace, con le seguenti parole:

Sì perché Pratt con la sua vita avventurosa non è da meno del suo iconico personaggio: da Venezia… all’Africa coloniale… all’Argentina degli anni ’50 e fino al ritorno a Venezia, passando da Genova, Milano, Parigi, Losanna… da dove far partire Corto verso i luoghi leggendari che hanno fatto parte della sua letteratura di riferimento: i Caraibi, l’Amazzonia, l’Asia, Venezia, la Normandia e l’Inghilterra della mitica Stonehenge e ancora l’Africa fino a Mū, il continente scomparso”.

 

La mostra su Hugo Pratt si chiuderà il 20 marzo 2022.