"Elle": un film "esageratamente" interessante

Regista: Paul Verhoeven

Anno: 2016

Durata: 130m

Genere: Thriller; Drammatico

Distribuzione: Lucky Red

Paese: Francia; Germania; Belgio

Attori principali: Isabelle Huppert (Michèle Leblanc); Laurent Lafitte (Patrick); Anne Consigny (Anna); Charles Berling (Richard); Virginie Efira (Rebecca); Judith Magre (Irène); Christian Berkel (Robert)

Elle è un'intelligente sequenza di splendide esagerazioni. Si comincia subito, proprio alla prima scena, con uno strano figuro che sembra il fratello cattivo dell'Uomo Mascherato, il quale violenta Michelle, la protagonista del film, e lo fa senza risparmiarle un mare di botte. Lei che fa? Quando lui se ne va, riordina la casa e, tranquillamente, va al lavoro, dove non si distrae nel gestire con grande lucidità quell'altro ammasso di esagerazioni costituito dagli incredibili videogiochi che la sua azienda produce.

Si va avanti, e alla bianchissima compagna del suo svampitissimo figlio, nasce un bel bambino ma nero e – anche questa sembra proprio un'esagerazione – nessuno si stupisce del colore del bimbo. Solo quando la nonna fa osservare al sempre svampito figliolo che il piccolo è un po' troppo scuro per essere suo figlio, il neo padre si arrabbia (questo ci può stare), ma con l'aria di chi pensa "e allora?", e senza neanche accorgersi che il suo migliore amico, nero, sorride compiaciuto alla puerpera.

Michelle ha un amante – marito della sua migliore amica, naturalmente (e anche questo ci può stare) – che la tratta come una ciabatta senza che lei abbandoni mai il suo enigmatico sorriso con cui sembra voglia dirgli "stai parlando con me?". Ma le sorprese non finiscono qui. L'ignoto violentatore si fa e si rifà vivo a più riprese lungo tutto l'arco del film, sempre riempiendo di botte Michelle prima,  durante e dopo la violenza sessuale in senso stretto.

Michelle ha una madre tardo-ninfomane, il che può succedere nelle migliori famiglie ma, e questa è sicuramente un'altra esagerazione, ha anche un padre assassino. Quanti poveretti ha fatto fuori quel discolo del padre? Uno? Due? No – esagerare necesse est – ne ha ammazzati diciassette, tutti in una volta forse per portarsi avanti con il lavoro. E senza dare spiegazioni, tanto per tenersi in linea con il resto del film.

Ma l'apice delle esagerazioni si raggiunge nell'ultima scena di Elle, quando Michelle scambia due tranquille chiacchiere con la moglie del violentatore, moglie molto amorosa che si rammarica quando – non si sta qui a dire perché – il maritino non se la può più godere con Michelle come ha fatto per tutto il corso del film.

Insomma, una sequenza di esagerazioni che fanno del film di Paul Verhoevene un'opera interessantissima, intelligente, con qualche non innocente ammiccamento a Tarantino e, salendo per i rami, a Bunuel. Isabelle Huppert, poi, è perfetta. Che splendida Fenice, dalla fragile Beatrice de La merlettaia di tanti anni fa alla travolgente Michelle di Elle!

Media Critica e Pubblico*: 7.4/10

Gradimento: 8/10

*v. fonti in calce

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