Neighborood#1 (Tunnels): Arcade Fire, storia di un gruppo predestinato

 
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Uno dei primi acquirenti di Funeral fu David Bowie. Il Duca Bianco ordinò circa duecento copie del primo disco firmato Arcade Fire, per promuovere i canadesi nella musica che conta, spingendoli sul mercato. Win Butler, Regine Chassagne e soci riuscirono poi in un’altra straordinaria impresa, quella di portare lo stesso Bowie sul palco dopo anni di inattività dal vivo, in occasione del Fashion Rocks del 2005.

 
 

Smuovere fino a tale punto un mostro sacro della musica e averlo tra i primissimi sostenitori suonò a molti come un qualcosa di miracoloso e incuriosì chi ancora non si era affacciato agli Arcade Fire. E la curiosità di questi si saziò nel momento in cui prestarono l’orecchio a Funeral, un album che passa una volta ogni quindici anni se si ha fortuna.

Neighborood#1 (Tunnels) è la traccia inaugurante il disco, la prima canzone della carriera della band. Un brano sontuoso e di così grande portata che fa tremare non solo d’emozione chi lo sta ascoltando: quando questa canzone terminerà, il resto dell’ascolto reggerà il confronto? La risposta per nostra fortuna è si. Ma Neighborood#1 (Tunnels) rimane in ogni caso un esordio nell’esordio – primo brano del primo disco – indimenticabile.

 
 

Una bufera di neve imperversa sul quartiere e lo sommerge. Il bianco inghiotte anche i comignoli, ma un lui e una lei vogliono incontrarsi ad ogni costo e scavano un tunnel che collega le loro finestre. Infine fuggiranno dai camini per ricongiungersi nel centro della città. All’immagine nordica e fiabesca descritta dai versi si allegano gli strumenti che finiscono di puntellare questa scultura ghiacciata. Un riff introduttivo su cui piovono note di piano a imitare la neve leggera che continua a posarsi sono il preludio a una marcia epica che procede spedita, aggiungendo secondo dopo secondo elementi musicali. Batteria, violini, basso, cori, percussioni e chitarre aumentano il volume all’inno che va componendosi e inizia a intrecciarsi alla pulsione della vita lo spettro silente della morte. Sarà questo dualismo il tema dell’intero lavoro, come anche il titolo suggerisce, concepito in un momento luttuoso per alcuni membri del gruppo.

 
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Il 2004 è l’anno della nascita degli Arcade Fire in termini mondiali, la piccola grande orchestra canadese di sette musicisti polistrumentisti che riscriveranno le sorti dell’indie rock americano. Parola di David Bowie.