L'Amletico

View Original

Un’artista in difesa della lentezza e delle antiche tecniche del Mosaico

Abbiamo raggiunto a San Paolo del Brasile l’artista mosaicista italo-brasiliana Cristina Passaretti, egressa della Scuola Mosaicisti del Friuli a Spilimbergo (PN). Dopo aver conseguito la laurea, Cristina è tornata in Brasile e oggi il suo studio è uno dei rarissimi punti di riferimento per le tecniche del mosaico antico al di fuori dell’Italia. Ci ha raccontato di come abbia continuato a insegnare durante la pandemia, delle sfide per le artiste del mosaico e di cosa si aspetta per il futuro di quest’arte millenaria.

Perché la scelta della Scuola Mosaicisti del Friuli? Prima cosa facevi?

La scuola sorge nella mia vita per “caso”. Dopo alcune esperienze con l’artigianato, mi sono laureata presso il Centro Universitário Belas Artes di San Paolo per poi, insieme a delle amiche, aprire uno studio dove lavoravamo il vetro attraverso la vetrofusione. In quel momento ho voluto approfondire la conoscenza sul vetro e, dopo aver fatto una ricerca su internet, ho conosciuto la Scuola Mosaicisti del Friuli, dove mi sono iscritta a due corsi brevi. Sono rimasta talmente appassionata che alla fine mi sono iscritta al Corso Triennale di Mosaico. Tutto ciò ha cambiato la mia vita e oggi sono molto contenta del mestiere di mosaicista e di poter insegnare quest’arte meravigliosa.

Quali sono le tecniche più difficili?

Ogni tecnica ha la sua difficoltà, ma secondo me quello che richiede più conoscenza, abilità e sensibilità sono i visi in tecnica contemporanea. Questo perché il mosaicista deve avere dominio di andamento, taglio dei materiali e la sensibilità per costruire sfumature dei colori che compongono il viso. 


Qual è il grande ostacolo per l'autonomia dell’artista mosaicista?

In genere, l’artista è molto bravo a creare ed eseguire un’opera a mosaico, ma non tutte le artiste sviluppano bene la funzione di vendere il proprio lavoro. Un altro ostacolo è che non tutte le persone riconoscono il vero valore di un’opera a mosaico, la conoscenza e la difficoltà dietro ogni tecnica, nonché il tempo dedicato per realizzare un mosaico.


Hai deciso di tornare a San Paolo e aprire il tuo studio di mosaico. Com’è diffondere quest’arte a casa tua?

Dopo 3 anni e per tanti motivi personali ho deciso di tornare in Brasile. All’inizio lavoravo a casa facendo mosaici che mi commissionavano. In Brasile il mosaico è conosciuto di forma molto diversa, la tecnica più diffusa è il trencadís, così ho deciso di diffondere il mosaico tradizionale come l’ho imparato a scuola. Ho creato un Corso di Formazione in Mosaico Tradizionale Italiano diviso in 5 moduli: Romano (48 ore), Bizantino (48 ore), Contemporaneo (48 ore), Tecnica Rovescio su carta (48 ore) e Visi (96 ore). Oggi con la pandemia oltre ai corsi presenziali, faccio anche il Corso di Mosaico online che mi ha molto sorpresa per i suoi risultati positivi. Ogni giorno ringrazio Dio perché è veramente una soddisfazione e un grande privilegio poter fare della mia passione – che è il mosaico – il mio lavoro. 

Nell’antica Roma il mosaico era tra le arti più diffuse, oggi è diventato di nicchia?

Ho paura di si... Prima il mosaico veniva già pensato insieme all'architettura di un locale, era presente dappertutto, quasi parte di un’edificazione, sia in forma di pavimento o per adornare una parete, e aveva anche tanti altri impieghi. Era un'arte preziosa. Tanti erano i terrazzieri professionisti. Era una professione in crescita. Oggi, con tanta modernità, tecnologia e immediatezza, mi sembra che tutto quello che richiede pazienza, più tempo di esecuzione, che è più prezioso, venga messo da parte. Allora, si... è diventato di nicchia, però per quelle persone  speciali e sensibili al potere dell'arte.

Che futuro vedi per quest’arte millenaria?

I mosaici che dall’inizio erano pavimentali, dopo realizzati nelle chiese, li vedo oggi diffusi in un’altra maniera. Stanno anche negli oggetti di design, gioielli e, soprattutto, si presentano come mosaico industriale. Ad ogni modo, anche se oggi sono visti in maniera più ampia, con altre possibilità, credo che il mosaico tradizionale come si faceva nei primi secoli è meno diffuso di prima. Forse, con tutte le nuove tecnologie e tante possibilità a costo più basso, le persone finiscono per non dare più valore al vero mosaico artigianale. Se guardi in tutto il mondo ci sono pochissime scuole e poche sono i professionali. Per quanto riguarda il futuro, esteticamente non credo che potrà subire troppi cambiamenti prossimamente, forse si svolgerà di più verso il concetto di sostenibilità. Quello che veramente spero è che la gente capisca l’importanza dell’arte e della sua storia nella loro vita. L’arte è uno strumento meraviglioso di conoscenza e di sviluppo. Fa bene agli occhi e specialmente all’anima.  

Un autoritratto dell'artista