L'Amletico

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Il verde di Roma, una guida ai parchi, alle piante e ai fiori nella Capitale

Nonostante sia spesso al centro di scandali e di cattiva gestione, la città di Roma ha acquisito, nel tempo, un importante pregio rispetto alle altre capitali europee. In una classifica stilata da Essential Living, che tiene conto di 6 punti – numero di parchi, giardini, aree faunistiche e naturali, parco giochi, specchi d’acqua e numero di foreste – la capitale italiana ha totalizzato un punteggio di 36/60 piazzandosi al terzo posto dietro alle sole Parigi ed Amsterdam. Un vanto non da poco, visto l’idea ecologica che sta prendendo sempre più piede in questi ultimi anni. 

Su di un’area di 128.000 ettari, l’area verde ne occupa il 67%, ovvero ben 86.000 ettari. La notizia lascerà perplessi in molti, ma i numeri parlano chiaro, basta un semplice salto su google maps per rendersi conto, con i propri occhi, di quanto verde c’è nella capitale. Ma come si è arrivati a un risultato tanto stupefacente? 

L’ampia presenza di verde è in primo luogo da attribuire alle famiglie nobiliari della Roma dell’età moderna e dell’età contemporanea. I principali parchi pubblici di Roma sono infatti le cosiddette “ville” e occupano le posizioni più centrali rispetto alle altre aree. Le principali sono: Villa Doria-Pamphili, Villa Borghese, Villa Ada e Villa Torlonia. L’importanza delle famiglie che le vollero riecheggia ancora oggi; e non solo per la posizione privilegiata che occupano, ma anche per le dimensioni e la bellezza che le caratterizzano. 

Le Ville romane sono di forte carattere storico, proprio come la città, e sono un ottimo esempio di connubio tra arte, storia e natura. Le Ville dei Doria-Pamphili e dei Borghese sono l’esempio massimo della storia di Roma tra il 1600 e l’inizio del 1900. Sono ricche di arte ma, soprattutto Villa Pamphili, anche di natura. Un binomio che affascina e attira i romani specialmente nelle tiepide giornate primaverili, per godersi i classici fine settimana di stacco dalla frenetica, imbottigliata e rumorosa Roma. Le due ville offrono gli spazi giusti per una passeggiata rigenerante o per un piacevole e ozioso pic-nic. Non solo, le ville in primavera fioriscono e permettono di godersi le tiepide giornate all’ombra dei grandi bianchi fiori delle magnolie o dei delicati fiori di color rosa pallido del comune cercis siliquastrum, meglio noto come albero di Giuda, che caratterizzano la città in questi mesi. 

Le Ville di Ada-Savoia e Torlonia, invece, raccontano le storie più recenti dell’inizio del secolo XX: l’unificazione d’Italia e la seconda guerra mondiale. Nelle due ville vi si trovano, infatti, i bunker di Mussolini e dei Savoia. Qui i fiori più comuni sono le classiche margherite di prato mentre i grandi alberi vi fanno da cornice. A Villa Ada, occupata per lo più da boschi, i cittadini trovano refrigerio sotto i grandi pini marittimi, tipici della città, ma tra i vari alberi il più caratteristico è la metasequoia, o Abete d’acqua, di provenienza dal Tibet, unica specie ancora esistente. 

Il successo è dovuto anche a delle leggi a tutela e protezione della biodiversità floreale e faunistica. La Regione Lazio, nel 1974, proclamò una legge a tutela del patrimonio naturalistico su tutto il territorio. Ma fu negli anni compresi tra il 1996 e il 2001 che il comune diede il via alle realizzazioni di aree per la salvaguardia del territorio. Ad oggi se ne contano ben 19 terrestri e una marina (le secche di Tor Paterno). Queste aree rappresentano il più ampio complesso verde a tutela dell’ambiente della città. Seconda una stima di RomaCapitale, datata il 5 Febbraio 2018, questi parchi naturalistici ospitano: 1300 specie vegetali, 5200 specie di insetti e 170 specie tra anfibi, rettili, mammiferi e volatili. Una ricchezza tutta da preservare.  

Queste aree denominate “Riserve” fanno parte anche della più grande area agricola del Lazio nota come “Agro romano”, che fa della capitale una delle aree agricole più grandi d’Italia. Queste riserve occupano principalmente aree attorno alla città ma le Riserve dell’Insugheratadell’Aniene e di Castel di Decima si trovano, o completamente o solo in parte, inglobate nell’areale metropolitano. Le altre quali: Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, che comprende la foce del fiume Tevere, la Riserva Naturale di Castelporziano e la Riserva Naturale della Marcigliana, invece circondano la città. 

Il binomio uomo-natura e da sempre alla base di questi parchi, che non svolgono il solo e semplice compito di svago per il cittadino e di tutela dell’ambiente, ma svolgono anche un’importante punto di cultura dove il cittadino, fin dall’infanzia, può acquisire una più profonda conoscenza del proprio territorio. RomaNatura, l’ente che gestisce questi territori, organizza, dal 2003, assieme ad alcune cooperative agricole, percorsi didattici per le scuole ma anche passeggiate escursionistiche. 

La protezione e la cura di queste aree erano di fondamentale importanza già per i Romani, esse erano la sussistenza dei cittadini e quindi della stessa Roma. Con il crescere della Repubblica prima e dell’Impero poi, queste aree erano ambite dai consoli e dai nobili e furono oggetto di dispute anche tra le classi sociali. Ora sono una delle bellezze e dei vanti della città, un patrimonio naturalistico che poche in Europa possono vantare. La loro tutela non dipende solo dagli enti, che ne hanno la gestione, ma anche dalla stessa popolazione principale tutelatrice del patrimonio della città di Roma.