L'Amletico

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Otello al Globe Theatre: la verità che uccide

In scena al: Silvano Toti - Globe Theatre, dal 21 luglio al 5 agosto

Durata: 3 ore

Autore: W. Shakespeare

Regia e adattamento: Marco Carniti

“Io sono Othello” queste le parole stampate sulle maglie indossate dagli attori al principio dello spettacolo mentre mimano il gesto di truccarsi il viso per rendere la pelle scura. La tragedia di Otello tocca d’altronde ognuno di noi, rappresenta il modo in cui il dubbio si può insinuare nelle nostre menti e far emergere un lato oscuro che non vorremmo mai conoscere, portandoci a dubitare persino di noi stessi. Non è un personaggio qualsiasi quello delineato da Shakespeare in quest’opera sulla base delle Ecatommiti di Giambattista Giraldi Cinzio, è un uomo fiero e impavido, un generale destinato a vincere su ogni campo di battaglia ma a perdere sul fronte cui teneva di più: l’amore. La giovane e bella Desdemona si è spinta sino a farsi ripudiare dal padre pur di sposarlo, ma l’alfiere Iago, invidioso del loro legame (e assetato di vendetta per una presunta relazione tra Otello e sua moglie), ordirà quel piano criminoso che scatenerà la gelosia furibonda ed autodistruttiva del moro.

Foto Chiara Calabrò

“Penso oggi a Otello come una tragedia totalmente moderna che esplora un dramma intimo, familiare. Una storia di violenza che si consuma tra le quattro mura di un ambiente domestico” scrive il regista Marco Carniti riguardo alla rappresentazione. Nelle sue scelte traspare limpidamente la volontà di avvicinare Otello al pubblico, così da metterlo in guardia sulle sue vulnerabilità. “Quando andate a casa” dice Maurizio Donadoni nel ruolo di Othello, in uno dei momenti di rottura della quarta parete “scrivete (n.d.r. mimando il gesto della messaggistica telefonica) ai vostri conoscenti della mia storia, di come un uomo è stato capace di rovinarsi la vita con le sue mani”. Accorgimenti dunque innovativi, che attualizzano l’opera; ma che allo stesso tempo possono far storcere il naso ai più tradizionalisti.

Foto Chiara Calabrò

Altro aspetto discutibile è la scenografia. Cancelli, catene e corde rimandano ad un carcere in cui Iago riesce a chiudere Otello, imprigionandolo nella sua stessa mente avvelenata dal dubbio sull’infedeltà della moglie. Tuttavia, nel corso della rappresentazione le strutture in ferro aumentano a dismisura, sino a circondare il talamo di pali metallici dalla funzione e dall’estetica opinabili.

Foto Chiara Calabrò

Non vi sono invece dubbi sul talento degli attori. Gianluigi Fogacci (Iago) è l’anima dello spettacolo, la sua voce sibilante serpeggia tra i pensieri dei vari personaggi sino ad impossessarseneMaria Chiara Centorami è una giovane ed aggraziata Desdemona, che seduce pubblico e attori con la sua leggiadria. Maurizio Donadoni è un Otello possente e che incute timore, ma che mostra anche tutta la fragilità della sua figura.

Uno spettacolo duro, freddo, che non bada al sottile per evidenziare con forza le catene della follia che legano i pensieri del protagonista e che potrebbero incatenare quelli di tutti noi.

Gradimento Autore: 6.8/10 (Regia: 5.5/10; Interpretazione: 7.5/10; Scenografia: 5.5/10)

Interpreti: Desdemona (Maria Chiara Centorami), Bianca (Antonella Civale), Brabanzio : Nicola D’eramo), Othello (Maurizio Donadoni), Montano 1° Senatore (Diego Facciotti), Iago (Gianluigi Fogacci), Ludovico (Sebastian Gimelli Morosini Cassio (Massimo Nicolini), Roderigo (Gigi Palla), Emilia (Carlotta Proietti), Doge Graziano (Tommaso Ramenghi)

Scene: Fabiana Di Marco

Costumi: Maria Filippi

Performance musicale dal vivo: David Barittoni

Musiche originali: Davide Barittoni Giacomo De Caterini

Aiuto regia: Maria Stella Taccone Oliviero Plazzi Marzotto