L'Amletico

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Anthony Caruana, la letteratura tra innovazione ed emozione

È la seconda volta che mi ritrovo a chiacchierare con Anthony Caruana, stavolta per parlare – tra le altre cose – del suo ultimo romanzo, Sul filo del coraggio. È la seconda volta ma ormai posso dire che si è creata tra noi una certa confidenza, quella che c’è tra le persone che abitano il terreno comune dell’amore per le parole.

Sul filo del coraggio è un testo dai contorni tenebrosi, che mischia la cronaca e il thriller agli scontri familiari e generazionali. Un romanzo pieno di voci e caratteri diversi, capace di utilizzare altri modi linguistici di là dalla narrazione per comunicare: titoli di giornale, volantini, immagini, messaggi, addirittura codici QR che riportano a contenuti digitali originali. Praticamente un metalibro, contemporaneo e innovativo.

L’innovazione è un elemento importante per un autore. Oltre a sperimentarla nella tua pratica di scrittura, dove la incontri?

Tengo molti laboratori di condivisione di scrittura creativa nei quali sottopongo agli studenti parecchi esercizi per far venire fuori la propria voce: una voce personale, non omologata alle altre. Scrivere è una forma artistica che mescola talento e artigianato, va continuamente stimolata. Ma prima ancora degli esercizi, la spinta viene proprio dall’umana necessità di raccontarsi. Spesso le esperienze legate alla produzione artistica hanno un lato emotivo molto spiccato. Qualche autore si commuove delle parole da lui stesso scritte. Sono convinto che l’arte in generale abbia una grande funzione terapeutica, sblocca zone inconsce che normalmente non sono pungolate, o che intenzionalmente nascondiamo.

Immagino che questo possa succedere anche durante i corsi. A tal proposito, come sono organizzati?

I corsi si tengono in collaborazione con l’associazione Bookfaces di Civitavecchia e si costituiscono di tre livelli. Nel primo livello generalmente stendiamo le basi degli elementi utili a narrare e facciamo un lavoro di scrittura e riscrittura dei testi, per capire cosa è essenziale alla storia e cosa invece non lo è. Il secondo livello è più tecnico, c’è molta attenzione all’uso delle parole, del ritmo, delle sensazioni: in altre parole si cura lo stile. Nell’ultimo aiuto gli aspiranti autori a elaborare testi più lunghi, a passare dal racconto al romanzo o a una raccolta. Con l’associazione stiamo anche pensando di organizzare alcuni soggiorni per scrittori, perciò vi terrò informati.

Avendo partecipato a molti corsi di scrittura, ricordo bene che uno dei nostri compiti da studenti era quello di leggere, prima ancora di scrivere. Su cosa indirizzi i partecipanti dei tuoi laboratori?

Parto dagli archetipi narrativi in antologia: testi che abbiano un protagonista empatico e un antagonista ben tratteggiato, il rispetto dei tre atti e una risoluzione appagante. Tutto ciò crea una storia che funziona. Per lavorare di fino sul racconto è chiaro che si debba passare per la lettura di Carver, per i romanzi invece consiglio spesso Steinbeck e García Márquez. Tra le migliori scritture trovate in televisione c’è sicuramente quella di Breaking Bad, mentre per il cinema mi soffermo su Nuovo Cinema Paradiso, un film costruito per farti sentire certe emozioni in determinati momenti. La bella scrittura riesce non solo a insegnare, ma a farti immedesimare. E questo è fondamentale per raccontare, perché non si crea solo per sé stessi: si scrive affinché qualcuno ci legga, perché l’arte è comunicazione, non è a senso unico.

Sul filo del coraggio è uscito a maggio 2022. Cosa bolle in pentola adesso?

È in arrivo un nuovo romanzo, L’abito della festa, che uscirà in concomitanza con il Salone del Libro di Torino. Ma come sempre non posso lasciare da parte la musica: il 18 marzo sarò ad Allumiere per presentare Emozioni e Parole – Dove l’acqua è più blu, un’opera su Lucio Battisti scritta insieme a Gino Saladini con la prefazione di Mogol. Il 29 marzo, invece, sarò al Teatro di Porta Portese a Roma per lo spettacolo di teatro canzone Caro amico ti canto!, omaggio a Lucio Dalla. E poi, per finire, c’è una grande notizia: il mio romanzo Contorni Opachi ha suscitato interesse per una sceneggiatura, perciò non vedo l’ora che cominci questo nuovo capitolo.