L'Amletico

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Forse un giorno Drake amerà

Sono le 2.30 della notte a Chicago. “Piccola, perché non ci incontriamo al Fagiolo?”. Non proprio un inizio romantico per “Chicago Freestyle”, la canzone più sentimentale dell’ultimo album di Drake: Dark Lane Demo Tapes. Ma “The Bean” è il simbolo della città dell'Illinois: cento tonnellate di acciaio a forma di legume che riflettono, distorcendolo, lo skyline della metropoli. Un luogo di appuntamenti nella gelida “Windy City”.

Accordo di pianoforte. “Troppo presto, magari più tardi”, prosegue con voce supplichevole. “Fa troppo freddo. Il termometro segna -1. Stringimi a te”. È un bisogno di calore e di affetto, in una vita frenetica vissuta tra un palcoscenico e l’altro. “Ti vedrò allo show stasera?”.

Non è la voce di Drake quella che abbiamo ascoltato finora, ma del cantante Giveon. Agisce come se fosse la coscienza del rapper canadese ed esprime quello che vorrebbe dire alla sua ragazza, ma che non può, abituato a un’altra vita. E allora inizia a raccontacela. Proprio lui, Drake. “Ay, dal furgone all’aereo al furgone. Suite presidenziale. Ascensore in camera”. Una vita extra lusso. Lui, che nella sua casa di Toronto ha un letto gigante da una tonnellata, una vasca di 2000kg intagliata in un unico pezzo di marmo nero e un campo da basket.

Sì, poi però guarda al telefono e si chiede: “Ma quali numeri mi sono rimasti? Chi mi ricordo del passato?”. Una vita in continua evoluzione, mai una pausa, neanche per le donne. “Chubb (ndr, un suo amico) me ne fa trovare sempre qualcuna carina”, rappa. Ma poi riflette. “Ne incontro una stanotte, striscia la mia carta nei migliori negozi e non so nemmeno se sia sposata”. Però una cosa Drake l’ha imparata e la canta nel ritornello.

“Le donne vanno e vengono. Dal sabato alla domenica. Dal lunedì al sabato”. Ne riesce a trovare sempre una nuova. Ma un amore vero gli manca. “Forse ti amerò un giorno, forse cresceremo”. Non ora però. “Fino a che non arriverà quel momento, sarò sulla pista di decollo, pronto a partire per il prossimo show”. 

Il ritornello è un omaggio a Eminem. Nel maggio 2002 il rapper scrive Superman. Si è appena divorziato con Mariah Carey e attraverso la canzone le fa sapere che c’è la fila di donne pronte a prendere il suo posto. È un pezzo di autocelebrazione, “mi chiamano Superman”, e scritto con rancore (“bitches they come, they go”, rappa riferendosi alla ex moglie). Quella di Drake è invece una canzone malinconica. Nel videoclip il rapper di Toronto ci porta dentro la sua casa lussuosa. Soldi, sfarzo, gioco d’azzardo, ma non l’ombra di una relazione stabile: la sua vita frenetica non glielo permette. Di donne ne può avere quante ne vuole, ma non una che duri.