L'Amletico

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lowlow - "Redenzione": Cantami o diva l'ira funesta di Giulio Elia

Anno: 2017

Genere: Hip-Hop/Rap

Durata: 37' 38"

Etichetta: Sugar

Dimenticatevi lo stereotipo del rapper che viene dalla strada, coi pantaloni larghi a vita bassa, tatuato e con lo snapback girato in testa.

La scena rap italiana (e internazionale) sta radicalmente cambiando, anche in seguito all’arrivo del genere trap.

Il rapper di oggi usa l’autotune, per modificare la propria voce in modo da poter “cantare”, indossa foulard, occhiali da donna e vestiti da migliaia di euro.

Lowlow non rientra in questo genere, ma anche lui è ben distante dall’immaginario comune del rapper: “figlio di due intellettuali, buona famiglia, niente problemi” come dice lui stesso in una canzone, privo di tatuaggi e diplomato al Liceo classico.

Giulio Elia, questo il suo nome, ha 23 anni, ed è noto da tempo nel panorama del rap romano e italiano.

A tredici anni si esibiva già nei contest di freestyle, dove ha dato prova di grandi doti: un’impressionante velocità mentale, buona proprietà di linguaggio e una schiettezza disarmante. Inizia così a partecipare alle battle in giro per l’Italia facendosi notare e stringendo rapporti con altri rapper.

Dopo anni di mix-tape con le etichette indipendenti romane Honiro Label e la NSP, Low Low ha recentemente firmato con la Sugar, storica etichetta discografica italiana, debuttando con il suo primo album “Redenzione”.

La copertina mostra uno specchio in frantumi, dove si riflette il suo volto segmentato con diverse espressioni, come fosse un ritratto picassiano.

Il disco contiene undici tracce e si apre con “Arirang”; un testo interessante dove racconta la storia di un “ragazzo intelligente con un’ottima pagella” che si sente però insignificante, e condivide con il suo migliore amico l’apatia, l’odio per la vita e le insicurezze, ma anche la passione per i film d’autore e la poesia. Rispetto ai precedenti lavori si percepisce un netto scarto, Low Low è artisticamente maturato, come dimostra il ritornello di questa traccia, ricco di allitterazioni e rime mai banali.

Le storie che racconta sono quasi tutte autobiografiche, e dietro a personaggi dai nomi fittizi si cela lui stesso; così è per “Ulisse”, primo singolo estratto dall’album. Il pezzo parla della violenza in maniera cruda,  lo fa raccontando una rapina messa in atto da Nico, un ragazzo che “ha scelto il male perché il bene era banale”. Il testo è come un flusso di coscienza che narra un giorno di vita di Nico, e prende spunto proprio dall’Ulisse di Joyce.

Non stupitevi, perché a volte le citazioni sono sorprendentemente intelligenti e colte: ne “Il sentiero dei nidi di ragno”, oltre all’evidente riferimento a Calvino, si parla di Spoon River (e quindi di Edgar Lee Masters), ne “Il canto V” menziona Paolo e Francesca, con un chiaro riferimento a Dante, in “Giulio Elia” cita Freud e il Sacrificio di Ifigenia di Tiepolo, e ancora non mancano Shakespeare, Orwell e Dostoevskij. Conoscenze fuori dal comune per un rapper, cresciuto nella “Roma bene”, in un contesto culturale forte, a differenza di molti suoi colleghi cresciuti in situazioni difficili, in quartieri popolari, senza dare troppa importanza agli studi.

Nei suoi testi, come in un film di Tarantino, si mischiano elementi della cultura “alta” e di quella “bassa”, e si ritrovano tutti i suoi punti di riferimento, da Eminem a Calvino, da Muhammad Alì a Dante.

Con un linguaggio duro, schietto, violento e rabbioso, Low Low racconta se stesso, la sua redenzione, il suo successo e la sua ambizione, ma si fa anche portavoce delle paure e delle insicurezze di una generazione ”che odia le frasi retoriche”,  quei “ventenni vomitati dal ventennio Berlusconi”.

In "Borderline" tratta il tema dell'autolesionismo adolescenziale, raccontando la storia di Lara, una ragazza come tante che abita in un piccolo paese di montagna; vittima della noia e di un dolore interiore Lara prova a tagliarsi con una lametta da barba. Tematica molto delicata questa della patologia borderline, disturbo di personalità molto diffuso fra i giovani, che lowlow tratta in maniera sottile ed intelligente.

Il video, realizzato in collaborazione con il Telefono Azzurro, termina con l’invito ai ragazzi che si riconoscono nella storia di Lara a non restare in silenzio e contattare il numero 1.96.96 o a scrivere sul sito www.azzurro.it.

 

Il "poeta incazzato" (inizialmente il suo nome d'arte) che sputava rime improvvisate contro avversari molto più grandi è cresciuto, e ne ha fatta di strada; con questo disco lowlow esce dall’Underground e si lancia nel panorama musicale italiano a gran voce, dimostrando di avere talento e anche una certa artisticità e poesia, oltre alle già consolidate capacità tecniche.

Lui, con una certa sfacciataggine, afferma di essere già il numero uno del rap italiano, l'ambizione di certo non gli manca.

Gradimento: 7.5/10

Tracce Consigliate: "Arirang"; "Il Sentiero Dei Nidi Di Ragno"; "Niente Di Più Stupido Di Sognare"