L'Amletico

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James Blake - "The Colour In Anything": Malinconia elettronica nella desolazione rumorosa dell'animo

Anno: 2016

Genere: Elettropop; Contemporary R&B; Soul

Durata: 76' 13''

Etichetta: Polydor Records

Terzo album, ma non per importanza, del piccolo principe viandante di Londra; più di un’ora di viaggio attraverso il dolore di un amante abbandonato, circondati da suoni mistici ed elettrizzanti.

Un James Blake misterioso e affascinante – come suggestivamente rappresentato nella copertina di Sir Quentin Blake (noto disegnatore per Robert Dahl, scrittore di romanzi per l’infanzia) – si erge come un tronco nel tenebroso deserto che lo avvolge, circonfuso da nubi grigie e minacciose: ma con un orizzonte verde alle spalle.

Nel suo cuore c’è una radio silenziosa accesa – che dà anche il nome alla prima traccia: Radio Silence –, un silenzio coperto tuttavia dal beat percussivo e ridondante, che non gli permette di percepire come si sente l’altra persona. S’intuisce sin da subito che l’album parla ad un’amante perduta – probabilmente Theresa Wayman (frontman delle Warpaint), con cui il cantautore britannico aveva una relazione – e lo dichiara apertamente nel verso insistente di Points: “purtroppo tu non sei più la mia compagna".

Ma il suo sentimento è ancora forte, “non molla”; e allora, come ogni innamorato ferito, in un gemito disperato le chiede di indicargli dove andare e di amarlo nel posto che lei sceglierà, in qualsiasi modo: Love Me in Whatever Way.

Senza tempo, Timeless, è il titolo della traccia che segue, come il legame che lo vincola alla persona perduta; d’altronde, parafrasando Woody Allen, l’unico amore che resiste è quello non contraccambiato: ti resta nel cuore per sempre. Allo stesso modo delle altre canzoni, continua anche in questa lo schema del refrain eseguito in loop, a cui però si aggiunge in lontananza un suono freddo e secco, che sembra dire gone, “andata”, quasi si percepisse l’acquisita consapevolezza da parte del cantante della fine della storia d’amore.

L'animo dilaniato del musicista rievoca allora il passato, e con una ballata di pianoforte, intima e avvolgente, ammonisce l'amata di non usare più in futuro la parola tanto abusata in amore "per sempre", f.o.r.e.v.e.r.: “viviamo troppo a lungo per essere così amati”.

La traccia successiva riparte con un ritmo incalzante, dubstep downtempo, attraverso cui Blake inizia la sua ribellione: “non vuole più confusione, non vuole più dolore, vuole mettere da parte il passato”, Put That Away And Talk To Me. E si chiede pertanto, in I Hope My Life (con una bassline picchiettante), dove sia andata a finire la sua bellissima vita, rimuginando su ciò che ha compiuto.

Inizia dunque il momento in cui cerca di darsi delle risposte a ciò che è stato, con Waves Know Shore. Canzone aperta da una voce sintetizzata, che rievoca rapidamente i bei momenti passati dalla coppia insieme; questo dolce suono metallico è nondimeno presto fermato dal calore del suo timbro vocale, con cui parla nuovamente a sé stesso, biasimando il suo comportamento per aver corso troppo durante la relazione: ma come si fa a rallentare un cuore desideroso (My Willing heart)?

Choose Me comincia con un gospel elettronico, una canzone dove l’autore rinasce e biasima l’amata, affermando che avrebbe preferito se lei non l’avesse scelto.

I Need a Forest Fire, in collaborazione con Bon Iver, ci trasporta in un ambiente mistico e incantato, cullati dalle voci che suonano come lullaby.

Quando sembrava finalmente aver trovato pace nella foresta di suoni, in Noise Above Our Heads il cantautore britannico s’inoltra nella fitta oscurità degli alberi frondosi – avvolto da rumori elettropop –, dove ricade agonizzante pensando “di meritare qualcuno migliore di lui”. E cerca infine di strappare nuovamente l’amore di lei, perché non troverà pace finché non lo otterrà, lei è tutto ciò di cui ha bisogno.

Isolato, perso nella foresta, inizia nuovamente il suono toccante del pianoforte, che rappresenta l’anima lacerata, dilaniata, incolore: The Colour in Anything.

Two Men Down annuncia la ricaduta amorosa; il sintetizzatore e il distorsore sono usati all’estremo per sottolineare la fragilità del momento.

Si è tuttavia subito rigenerati dalla canzone Modern Soul, un miscuglio di suoni, voci, rumori e sospiri, con cui avviene l’attesa liberazione dal vincolo amoroso “non ti difenderò più” e al contempo l’affermazione artistica, il successo.

La gloria, una dolce parola, che vorrebbero tutti e sempre, Always, ma non sempre si può raggiungere.

Chiude questa lettera cantata di diciassette tracce un rendez-vous, Meet You In The Maze, “ti incontrerò nel labirinto”, in cui la sua voce effettata ricorda che la musica non può essere tutto "music can't be anything".

Nella vita non ci può essere spazio per una sola passione. 

Media Critica e Pubblico*: 7.4/10

Gradimento: 7.5/10

Tracce Consigliate: "I Need a Forest Fire"; "Radio Silence"

*v. fonti in calce

Altre recensioni

Il Mucchio (8.5/10)

All Music (3.5/5)

Rollingstone (3.5/5)

Rockol (3.5/5)

Ondarock (8/10)

Repubblica

Debaser (3/5)

Metacritic (7.8/10)

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